Nola. Debutto dell’opera postuma di Salvatore “Pipariello”, “Fatemi Capire”

KAPIRC’era una volta e adesso non c’è più! … o forse si … rivelazione sconvolgente svelata da quel bacio rivolto al cielo – con lo sguardo e col braccio disteso a più non posso! – per forare le nuvole ed approdare in quell’angolo di paradiso, per giungere al destinatario che da lassù ancora dirige quella parte di se … e quella parte di chi credeva in se … e che ha tenuto a battesimo il tesoro di quell’eredità lasciata in un cassetto, ben sigillata come conviene a preziosi, alle cose di valore … Nel nostro caso eredità intesa non come somme ingenti di denaro o beni o ori o lasciti materiali … ma come “Opera d’Ingegno”, lavoro teatrale, una messa in scena nel simbolo della “nolanità” (tutti attori bruniani ad eccezione di quel funambolico Luigi Pedone, che nolano lo si può ritenere d’adozione, visto che non manca mai!) di cui tanti s’intingono la bocca, ma che in pochi riescono realmente a raffigurare nei più svariati campi.

Senza accaparrarsene esclusività che lascerebbero, comunque, il tempo che trovano, ma proseguendo la strada già tracciata da “Pipa” senior ancora in vita, che un atroce destino ha voluto portarlo via nel pieno della sua maturità artistica ed esistenziale.

Ovviamente non stiamo qui a compiangerlo passivamente, Salvatore Esposito “Pipariello”, ma, al contrario, a tracciarne senza troppa enfasi, la prima fase di quel percorso artistico postumo rappresentato dal ritrovamento, dall’elaborazione e dalla messa in scena della commedia in due atti “Fatemi capire”, opera di pirandelliana memoria (Il fu Mattia Pascal) ma dai risvolti originali, partenopeizzati in eccentriche “gag”, in divertenti invenzioni artistiche, in esilaranti situazioni sceniche intessute su una trama semplice, se vogliamo, ma che nei suoi variegati personaggi, al debutto, ha saputo suscitare nel numerosissimo pubblico accorso al teatro “Umberto” della città dei Gigli, consensi e apprezzamenti, materializzatesi in calorosi scroscianti applausi.

E l’emozione è volata via già alle prime battute. E la finzione scenica è diventata ricordo, commozione, gratitudine, consenso, in men che non si dica. In ballo non c’era solo una commedia da rappresentare da parte dei suoi “Prediletti”, l’opera della maturità di un artista innamorato della sua variegata arte (Annuario dei gigli docet!), ma da tenere a braccetto l’ennesimo sogno che diventa realtà, un dono inaspettato che non poteva restare nel giaciglio del proverbiale cassetto.

E stamattina, al risveglio, se a me – che comunque ho interagito col “Pipa” senior, nello sport, ma anche i lunghissime chiacchierate alla biblioteca comunale, quando veniva a donare ogni sua opera edita e in tante altre occasioni … – se a me, dicevo, balzellano in testa emozioni e sensazioni già provate, ma colorite ogni volta di più da percezioni sempre nuove, figuriamoci cosa sarà successo nella mente e nel cuore di chi ha sempre condiviso con lui, da oltre un decennio, un discorso artistico, culturale e sociale, da definirsi categoricamente non finito, ma appena ricominciato! Nel nome della Compagnia Teatrale Stabile Nolana “Pipariello”.

Non ci provo proprio ad immaginarlo. Ma è a loro che va il nostro plauso!

Mauro Romano

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