“Monnezzino d’oro”: un “selfie” con un disastro ambientale

roghiSi chiama “Monnezzino d’Oro 2015” il contest fotografico promosso dai gruppi Movimento Cinque Stelle della provincia di Napoli per denunciare la disastrosa situazione ambientale della Campania. Attraverso questo concorso, viene data la possibilità ai cittadini campani di postare, sulla pagina facebook del Monnezzino d’Oro 2015, un selfie scattato in compagnia di uno “scempio” della regione. I soggetti preferiti dagli utenti della pagina sono stati i roghi tossici nell’area a Nord di Napoli, le discariche a cielo aperto nel Vesuviano, l’inquinamento alle foci del fiume Sarno, l’inceneritore di Acerra e la Circumvesuviana.

“Il premio – spiegano Marco Manna e Clementina Sasso del Movimento Cinque Stelle di Torre del Greco, promotori dell’iniziativa – nasce allo scopo di denunciare una situazione di palese emergenza e non vuol essere altro che una protesta nei confronti di chi, solo perché siamo in campagna elettorale, vuole far passare l’idea che in Campania vada tutto bene, nonostante gli ultimi cinque anni di totale immobilismo. Con il Monnezzino d’Oro vogliamo ricordare a chi governa – aggiungono – che la situazione reale è ben diversa da quella che provano a descriverci. Denunciare quanto accade è un modo per abbattere l’omertà che contraddistingue la nostra terra”.

Il regolamento del concorso verrà depositato negli uffici di palazzo Santa Lucia, mentre alla Regione Campania sarà chiesta la concessione del patrocinio morale per l’evento conclusivo dell’iniziativa. Il miglior selfie con lo scempio ambientale vincerà il “Monnezzino d’Oro 2015”. “Chiederemo a Stefano Caldoro – proseguono Marco Manna e Clementina Sasso – di salire sul palco e di consegnare lui stesso il premio al vincitore. La nostra vuole essere una provocazione, vogliamo sbattere in faccia a Caldoro e alla sua maggioranza tutti i disastri che hanno creato. Noi li stiamo monitorando e cerchiamo una soluzione, loro hanno speso cifre astronomiche, circa 30 milioni di euro, per farsi pubblicità e gridare che “tutto è stato risolto”. Quei soldi – concludono – sono dei cittadini ed andavano spesi per risolvere l’emergenza e non per fare inutili e faziosi proclami”.

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