Esattore del clan Moccia arrestato all’uscita da una chiesa evangelica

falchi_poliziaLa Polizia di Stato di Napoli ha localizzato e tratto in arresto Pietro Castellacci di 50 anni, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal  Gip del Tribunale di Napoli.

Nel mese di luglio 2014, la Squadra Mobile di Napoli, nell’ambito di una vasta operazione di p.g., eseguiva un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di diciotto persone riconducibili a un consesso criminale contiguo al clan “Moccia”, egemone nel territorio di Afragola e comuni limitrofi. Le indagini, svolte dalla sezione criminalita organizzata e cristallizzate nel suddetto provvedimento, avevano consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico dei soggetti appartenenti al sodalizio criminale, tra i quali spiccano Mariano Barbato (ritenuto a capo del gruppo camorristico), i fratelli Aniello e Carlo, e la loro madre Patrizia Bizzarro, attivi nel rione Salicelle di Afragola e a vario titolo ritenuti responsabili, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo, di estorsioni e minacce, porto d’armi e detenzione di materiale esplodente, spaccio di stupefacenti: reati tutti finalizzati all’acquisizione del controllo egemonico sul territorio e sulle attività economiche della zona, nonché sulle attività illecite, contrastando nel tempo anche le articolazioni interne della medesima organizzazione criminale.

All’esito delle indagini si appurava che lo stesso Castellacci, ritenuto contiguo al clan Moccia, ricopriva un ruolo preminente anche nel nuovo sodalizio criminale, tanto da essersi guadagnato il soprannome di “o’ zio” proprio in considerazione del rispetto riservatogli: impegnato sia direttamente che in qualità di istigatore nelle attività intimidatorie ed estorsive proprie dell’associazione camorristica, indicato quale unico riscossore delle stesse estorsioni perpetrate, e inoltre incaricato della gestione della “cassa comune” del clan, destinata al mantenimento degli associati, liberi e detenuti, e delle rispettive famiglie.

in data 9 settembre 2014 veniva pertanto emessa a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dal Gip del Tribunale di Napoli, ma il soggetto sfuggiva alla cattura e nei mesi successivi si rendeva irreperibile.

In data 12/04/2015 personale dipendente della sezione criminalita’ diffusa – Falchi, a seguito di scrupolose attivita’ info-investigative, predisponeva un servizio mirato alla cattura dell’indagato, che nei mesi successivi al mancato arresto aveva adottato uno stile di vita evidentemente finalizzato alla sua elusione.

Nello specifico, gli operatori si recavano alle ore 16.00 circa in localita’ Casavatore (Na), Viale delle Industrie, nei pressi di una chiesa evangelica indicata come luogo frequentato dal Castellacci, ove era prevista per le successive ore 20.00 una cerimonia religiosa cui avrebbe dovuto prendere parte lo stesso catturando.

Gli agenti, predisponendosi  in maniera tale da poter operare in totale sicurezza, considerata la presenza di circa trecento persone tra cui donne e bambini, e in modo da agire senza essere individuati, attendevano quindi il termine della funzione, alle 22.00 circa, e attraverso un accurato filtraggio delle persone giungevano ad individuare e bloccare il Castellacci, che per confondersi fra gli astanti e risultare meno riconoscibile aveva anche alterato i propri tratti somatici rispetto alle foto segnaletiche, portando barba e occhiali da vista.

Condotto presso gli uffici della Questura, ad ultimate formalità il soggetto veniva tradotto presso il carcere di Secondigliano a disposizione dell’A.G. competente.

 

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