Ritardi e omissioni nell’avvio delle azioni di responsabilità contro gli ex amministratori e revisori dei conti della partecipata Terme di Stabia. E’ quanto emerso dall’audizione in consiglio comunale dell’avvocato Umberto Ostieri, il professionista che ha collaborato alla stesura del piano di concordato poi rigettato dal tribunale di Torre Annunziata. Ha risposto alle domande dei consiglieri Pd Francesco Iovino e Rodolfo Ostrifate che, evidentemente allarmati da quanto riferito, nelle ultime ore hanno protocollato una richiesta di accesso agli atti al Comune per ottenere i documenti relativi al “ricorso di concordato preventivo, atto introduttivo del giudizio (citazione), azioni cautelari depositate (sequestri ed atti dismissivi del patrimonio), nonché tutte le comunicazioni intercorse tra l’amministratore di Sint Biagio Vanacore, il commissario di Terme Fulvio sammaria, il commissario giudiziale Massimo Sequino e il sindaco Nicola Cuomo” . Quando dalle parole di Ostieri viene fuori che l’azione di responsabilità contro gli ex amministratori della partecipata Terme di Stabia è stata in qualche modo frenata gli animi dei termali si scaldano. Ancor di più quando Ostieri spiega che qualcuno degli ex vertici dell’azienda, entrato nel mirino delle citazioni, ha tentato di liberarsi dei suoi beni patrimoniali. “Vogliamo il nome”, urlano i lavoratori. “Non siamo al tribunale della Santa Inquisizione”, ricorda il leader dei Moderati Salvatore Vitiello.
“Nel dicembre del 2013 sono stato incaricato di valutare se ci fossero i presupposti per le azioni di responsabilità verso gli ex amministratori e gli ex membri dei collegi sindacali dal 2010 al fallimento di Terme. Ho individuato dei profili di responsabilità che sono stati allegati al concordato preventivo, gli stessi profili li ho consegnati al collegio sindacale precisamente il 21 luglio 2014. Solo sette giorni dopo ho comunicato al commissario liquidatore Sammaria che non mi era stato trasmetto nessun atto per quanto riguarda l’Asl. Nel mese di settembre comunico di attendere la ratifica delle azioni di responsabilità e i fondi necessari ad avviare il procedimento. Poi a novembre faccio seguito al mandato da me ricevuto ed avvio la citazione. In seguito ho svolto autonomamente una verifica tramite visure camerali ed ho scoperto che qualcuno degli interessati aveva fatto un tentativo di spoliazione dei beni. Così ho fatto presente, il 26 novembre, al commissario giudiziale e al liquidatore per depositare un azione cautelare a scopo precauzionale”.
“Nella mia proposta iniziale di concordato vi era l’alienazione di alcuni beni di Sint non funzionali al termalismo ma mi hanno detto che non volevano sacrificare i beni per pagare lo Stato. Allora ho proposto due soluzioni: o nuova finanza o pagare i creditori privilegiati in percentuale, solo che con quest’ultima opzione ci sono alcuni tribunali che non accettano il concordato così come avvenuto. Sul giallo del voto dei crediti del Comune per conto di Equitalia, risultati poi decisivi nel far pendere l’ago della bilancia verso i ‘no’. Equitalia ha scritto al Comune, spiegando in sostanza, di doverlo dire se avessero optato per il ‘no’. Poi nei giorni per esprimere il dissenso il sollecito di Equitalia non ha avuto riscontro e così è arrivato il voto negativo che è stato determinante”. In conclusione l’amaro epilogo per i termali.
Raffaele Cava