La promozione in serie D del Gragnano Calcio, ottenuta la scorsa domenica sul campo del Real Vico Equense, ha riproposto nuovamente la questione dei lavori allo stadio San Michele. La vicenda, di cui diverse volte ci siamo occupati, sembrerebbe essere arrivata a un punto di svolta decisivo con il cantiere riaperto ufficialmente il 13 aprile.
Nonostante l’entusiasmo per la ripresa dei lavori, in città aleggia un non troppo velato scetticismo, alimentato soprattutto dalle tante, troppe, promesse che intorno al nuovo impianto sportivo sono state fatte. Non più tardi di qualche mese fa, infatti, l’attuale giunta Cimmino annunciava l’ultimazione dello stadio entro gennaio, prospettiva poi mai concretamente realizzata. E poi, scivolando indietro negli anni, il lungo e snervante calvario fatto di commissariamenti, progetti e varianti che tuttora impediscono alla città di avere un campo sportivo all’altezza delle ambizioni e delle aspirazioni della piazza gragnanese.
Quello che è certo, allo stato attuale, è che la S.A.R.I.T – la ditta di Pomigliano d’Arco vincitrice nel 2008 della gara d’appalto per un importo complessivo di 295mila euro – ha potuto finalmente iniziare i lavori che prevedono la realizzazione del manto in erba sintetica e l’ultimazione degli spogliatoi. Non resta altro che attendere e soprattutto vigilare sull’ennesima promessa fatta dalla politica gragnanese di un San Michele pronto entro il mese di luglio. Ė evidente, con la compagine gialloblu tra i dilettanti e con l’entusiasmo straripante della tifoseria, che il completamento del San Michele rappresenta una sorta di punto di non ritorno per la classe dirigente di una città che ha fame, oltre che di calcio, di quelle strutture fondamentali per la crescita e lo sviluppo dell’intera comunità.
Angelo Mascolo