Ricerca, prospettive e discussioni all’insegna della RICERCA, INNOVAZIONE E CRESCITA della cinaricoltura italiana.
Prospettive incoraggianti di crescita profittevole grazie alla innovazione del carciofo da seme, un prodotto che promette una riduzione dei costi e un miglioramento della qualità della coltura grazie all’introduzione di ibridi F1: CS11-054 e CS 11-114, ibridi tutti italiani.
“Siamo nell’era dell’autenticità, il consumatore è attento e spende dove riconosce la qualità”.
In Italia come all’estero il buon Made in Italy deve essere all’insegna della qualità, come afferma Claudio Scalise della SG Food Marketing Bologna.
L’Italia è il primo produttore mondiale di carciofo, nonostante ciò solo la metà della popolazione conosce e consuma questo ortaggio. La grande opportunità è accrescere la cultura del carciofo e stimolare i consumi di un prodotto che fa bene all’organismo nel suo complesso, continuando a migliorare la qualità del prodotto e a semplificare e rendere più profittevole la gestione agronomica della sua coltura.
“Credere nell’innovazione, questo il vanto de La Semiorto Sementi” afferma il prof. Luigi Frusciante, docente di genetica agraria all’Università degli Studi di Napoli, che ha moderato il convegno “Il carciofo da seme. Prospettive di sviluppo in Campania” tenutosi sabato 18 aprile presso il San Severino Park Hotel di Mercato di S.Severino (SA), e che ha raccontato l’innovazione conseguita da La Semiorto Sementi Srl, in collaborazione col Diparimento DAFNE dell’Università degli Studi della Tuscia e con la Soc. Agricola Iris Garden Sas, nell’ambito del progetto di ricerca “Produzione sementiera del carciofo-CYNASEME”, cofinanziato dalla Misura 124 del PSR Campania 2007/2013.
“Crediamo nella RICERCA e nella INNOVAZIONE tutta MADE IN ITALY” inizia così il suo intervento Giuseppe Mancuso de La Semiorto Sementi srl, che grazie all’intuizione e alla tenacia di un direttivo aziendale lungimirante, ha voluto ed ha investito in innovazione, ricerca e risorse umane per creare opportunità alle imprese agricole italiane e non di settore.
Negli anni scorsi la ricerca di innovazione di coltura del carciofo ha interessato USA, Israele e Spagna, dando vita ad ibridi che però poco si adattavano alle condizioni pedoclimantiche del nostro paese.
La tenacia e l’impegno del team di progetto – La Semiorto Sementi Srl, il Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia, la Soc. Agricola “Iris Garden”, ha rivoluzionato il comparto italiano di coltura del carciofo. Gli anni di ricerca ed impegno profuso da genetisti, breeder ed agronomi hanno dato vita a degli ibridi tutti italiani ed attualmente in corso di iscrizione nel Registro varietale: CS11-054 e CS 11-114.
Rilevante, tuttavia, è stata anche la testimonianza di Salvatore Longo, relativamente alla coltura dell’ibrido F1 Romolo, unico ibrido della tipologia Romanesco presente sul mercato e già commercializzato da La Semiorto Sementi, in Sicilia: in agro di Mazzarino (Cl), sono stati raccolti capolini commerciabili già a partire dal mese di dicembre. I risultati ottenuti ne hanno evidenziato sia l’ottima produttività che le buone caratteristiche qualitative dei capolini.
Un comparto, quello del carciofo, ricco di opportunità ma anche di criticità, come evidenziato dal team interdisciplinare di genetisti, molecolari, agronomi, che ha curato il progetto di ricerca Cynaseme (Francesco SACCARDO – Responsabile scientifico del Progetto, Paola CRINÒ – ENEA Roma, Nicola CALABRESE – CNR Bari). Fino a questo momento la produzione del carciofo in Italia è avvenuta con carducci, ovuli e/o piante micro-propagate con tutte le problematiche connesse a tali tecniche colturali (coltura poliennale, eterogeneità del materiale genetico, condizioni fitosanitarie spesso incerte). Queste difficoltà hanno ostacolato lo sviluppo vivaistico del carciofo e la gestione agronomica della coltura.
La Semiorto Sementi Srl, in partenariato con Il Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia e la Soc. Agricola “Iris Garden” S.a.s. di Mannara Maurizio & C, con il progetto CYNASEME (cofinanziato misura 124 del PSR Campania 2007/2013), ha dato nuova competitività al comparto attraverso l’introduzione di questa importante innovazione di prodotto: il carciofo da seme.
Numerosi i benefici per le imprese che adotteranno negli impianti carcioficoli piantine provenienti da seme:
maggiore produttività e vigoria della pianta;
riduzione dei costi, in virtù della differente durata della coltura che da poliennale passerà ad annuale, con possibilità di inserire rotazioni colturali in grado di ridurre la stanchezza del terreno;
aumento dei ricavi, minor impiego di fitofarmaci, una maggiore meccanizzazione delle operazioni di messa; a dimora e colturali e una minore perdita di produzione dovuta agli stress biotici;
maggiore competitività conseguente all’impiego di materiali genetici innovativi (ibridi F1);
infine, maggiori garanzie dal punto di vista sanitario.
Un progetto di ricerca che loda una Pubblica Amminsitrazione a supporto dell’innovazione, una Regione Campania presente e che ha reso possibile la ricerca in un settore – quello sementiero – in cui si investe poco, afferma Romana Bravi, referente del Centro di sperimentazione e certificazione delle sementi della sede di Battipaglia, che sottolinea anche l’innovazione del progetto, ribadendo che in precedenza solo altri Paesi come la Spagna, avevano coinvolto il loro istituto in tali ricerche di miglioramento genetico del seme per la coltura del carciofo.
Dunque, merito va a quanti hanno creduto, lavorato e si sono impegnati per creare opportunità ci crescita della filiera cinaricola, uno dei fiori all’occhiello della produzione agroalimentare destinata all’export.