Lunedì 4 maggio 2015, con inizio alle ore 17.00, presso la Sala Consiliare “Antonio Cangiano” in Corso Europa,1 in Casapesenna (CE) avrà luogo il convegno “ La forza di ricominciare”,una serata all’insegna della semina della cultura dei valori e della legalità . La giornata sarà dedicata alla memoria delle vittime del dovere, entrando nell’ottica che “chi dona la vita per gli Altri resta per sempre”.
Durante il convegno sarà anche presentata l’associazione nazionale ONLUS “Vittime del Dovere”, intitolata al carabiniere Salvatore Nuvoletta. Detta associazione ha un duplice obiettivo: offrire ai familiari delle vittime sia un sostegno psico-sociologico e sia un contributo, nel seguire gli stessi, nell’evolversi delle pratiche giuridiche-amministrative. Gli indirizzi di saluti, oltre al presidente della associazione dottoressa Giovanna Basso, saranno inoltrati dal Vescovo di Aversa , nonché, vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana S.E. Angelo Spinillo e l’avvocato Antonio Garogalo membro fondatore della ONLUS.
Gli interventi saranno tenuti dal presidente ordine avvocati del tribunale di Santa Maria C.V avv. Alessandro Diana., il già Procuratore Capo della Repubblica Giovandomenico Lepore ed il dott. Antonio del Monaco, ideatore del progetto “Sorgente Educativa. Concluderà il Vice presidente della Camera dei Deputati: On. Luigi Di Maio. Il convegno sarà moderato dalla dott.ssa Ivana del monaco.
Prevista la partecipazione anche di alcuni testimonial, vittime del dovere, fra i quali: i fratelli del carabiniere Salvatore Nuvoletta ucciso a Marano il 2 luglio del 1982 per ordine del boss Francesco ”Sandokan”, il fratello di Don Peppe Diana con Augusto di Meo, Testimone dell’omicidio di Don Peppe Diana, ed i familiari delle seguenti vittime del dovere: Serg.Magg. Sivestri Michele, C.M.C Tuccillo Gaetano,C.M Petrucci Pietro,C.M Cardella Vincenzo,C.M Antonucci Gerardo, C.re Nuvoletta Salvatore,App. Della Ratta Tiziano.
Sicuramente il tutto è finalizzato ad un risveglio di coscienze, spesso addormentate dall’indifferenza, che ci attanaglia in questa nostra società del possesso, che da prettamente importanza all’uomo per quello che possiede e non per quello che realmente è nella sua essenza.