Tu chiamala se vuoi “Expo-drone”

Expo2015È iniziata. Expo ha ufficialmente aperto battenti. Ce l’hanno fatta, olè. Sciacquiamoci la bocca, amici. E pure le mani dopo l’agguanto della cavalletta trifolata in uno dei padiglioni asiatici.

Fino al 31 ottobre abbiamo speranze di far salire il nostro Pil.

Di certo, in contemporanea con l’inaugurazione, qualcosa è salito ai cieli. Cioè qualche bestemmia dei negozianti e cittadini milanesi che si son trovati di fronte al risultato della idiozia dei black bloc.

Insomma, il gruppo dei sovversivi pure contro il pranzo alle 13, ha deciso di scendere in campo, ribellandosi all’Expo. Sorvolando sul fatto che la maggior parte di essi manco sapesse e sappia il motivo della ribellione, e sorvolando pure sulla totale confusione che i black bloc facciano della protesta con la violenza, l’elemento che deve portarci a riflettere è che chi è sceso in strada a scassare, urlare, strattonare, distruggere si è contraddetto nel momento in cui ha preparato il suo “necessaire” per la parata. Nell’intento di discostarsi da chi vede nella fiera a Milano uno slancio per l’economia italiana e una dimostrazione ai pessimisti di presenza a sé stessa dell’Italia, i pii fanciulli hanno portato con sé il megafono.

Il megafono.

Leggiamo.

Megafono = strumento acustico (…) capace di amplificare il suono (…). Presentato nel 1878 da Thomas Edison (…) durante l’esposizione di Parigi.

L’esposizione è l’Expo, eh?

Quali padiglioni troveremo all’Expo? Circa 145. Tre Guinee, Brunei Darussalam, Comore e altri paesi di cui se ne conosce, forse, solo il nome. Tra essi c’è la Santa Sede e San Marino.

Papa Francesco lamenta lo spreco di tre milioni di euro spesi per il padiglione vaticano, dicono.

È inutile la presenza del Vaticano, quanto di San Marino, alla fiera? Cosa offrirà la Serenissima Repubblica se è un microstato italiano che importa dal macrostato italiano? E cosa offrirà il Vaticano? Pane e vino con o senza la transustanziazione? Signore, perdona loro ché non sanno quello che mangiano.

Frivolezze, adesso.

Sono ben 85 le scuole di pilotaggio di droni presenti in Italia. La moda del drone si fa strada prepotentemente. l’elicotterino pilotata da terra dall’uomo ha occhi ovunque e può farci un bel selfie dall’alto. I lungimiranti, quelli che proprio sono avanti, prevedono un ufficio al drone.

I droni in ufficio svolgeranno el mansioni della spicciola segretaria. Porteranno caffè, scartoffie da Caio a Sempronio e i capi controlleranno se i loro sottoposti stanno lavorando o facebookando. Forse cronometreranno pure la pausa wc.

Forse i blackbloc vorranno opporsi al drone? O alla pausa wc?

Ciò che gli ottimisti non hanno considerato è che fra 21 anni non potrebbe esserci alcun ufficio in cui giocare con gli elicotteri. A Londra, ma anche a Torino, è in voga la “scrivania a tempo determinato”. Sempre più personale lavora da casa con tablet e simili dispositivi e l’azienda risparmia sull’affitto degli uffici. Negli uffici di Google, ad esempio, ci sono pouf e divani su cui il personale lavora con pollice e indice e da sdraiato.

Resta, per le faccende da dover per forza svolgere in sede, la possibilità di noleggiare a giorni, ma anche a ora, la scrivania. Il personaggio del ragionier Fantozzi non sarebbe mai esistito nel 2015.

Devota moglie, figlia restia alla chirurgia estetica, lavoro in forse e da casa. No, siamo più nell’epoca “Interstellar”, fantascienza. E solo quella.

 

Anna Di Nola

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