Dove regna l’inciviltà e impazza la follia: questo l’amaro sfogo a Bagnoli dei residenti dinanzi a discariche abusive poste ai margini del perimetro esterno dell’ex Italsider e a poca distanza da una caserma (non stazione) dei carabinieri. Non sono bastate nel corso degli anni le centinaia di vittime della zona falciate impietosamente da patologie oncologiche a far comprendere a criminali senza scrupoli la portata del danno provocato dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Nella zona, residui di amianto e di materiali altamente nocivi pullulano come mosche: persino un tombino fognario è stato asportato trasformando il canale sottostante in una trappola mortale per quanti attraversano la zona in moto dopo il tramonto (anche di giorno il rischio è rilevante data la posizione centrale del tombino sulla strada).
Allora di cosa parla, farnetica Luigi de Magistris che per anni e soprattutto in periodo elettorale ha sbandierato futuristici scenari “metropolitani” a tutto vantaggio della società civile insieme ad amministratori incapaci e imprenditori senza scrupoli. Vadano questi signori nei principali plessi ospedalieri partenopei e lo spieghino alle mamme dei sempre più numerosi bambini affetti da gravissime forme di cancro : patologie esponenzialmente aumentate, per chi ancora crede alle casualità, con l’aumento nel tempo dell’inquinamento ambientale sul territorio.
Napoli, la periferia e l’hinterland vesuviano appartengono ai cittadini: è giunto il momento di ritrovare amore per la vita e dignità denunciando senza indugio alcuno delinquenti della peggior risma, talmente incalliti nell’accumulare benessere dall’ignorare persino tragedie familiari che in alcuni casi hanno colpito gli stessi personaggi responsabili di questo sfacelo.
Un popolo di cultura e d’amore come quello napoletano non può e non deve arrendersi ad un simile degrado: per amore del diritto alla salute e alla vita delle generazioni future chi sa parli e lo faccia in tempi utili per quanto meno arginare il mare di guano che sommerge Napoli.
“L’inferno è l’impossibilità della ragione”: in questi luoghi questa agghiacciante definizione è divenuta drammatica realtà.
Alfonso Maria Liguori