Villa Arianna, auto parcheggiate nell’area archeologica: scandalo

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auto in sosta tra i capitelli, nell’area archeologica di Villa Arianna

La cornice era delle migliori: una domenica estiva, tanti turisti, entusiasmo e soprattutto un progetto, Salvalarte 2015, che nel giro di una settimana ha attirato alle ville romane di Stabia qualcosa come 800 visitatori. Non è bastato questo, né l’entusiasmo delle persone in visita ad evitare l’ennesima pagina brutta e indecente per l’antico sito archeologico. Intorno a mezzogiorno, infatti, all’interno dell’area di Villa Arianna, causa i soliti cortocircuiti nella gestione del sito, un numero sproporzionato di vetture ha occupato i pochi parcheggi disponibili. Cosicché qualcuno, in maniera del tutto improvvida, ha pensato bene di adibire a parcheggio anche l’area immediatamente a ridosso dell’ingresso alla Villa, distante non più di 10 metri. Per quanto lo spazio archeologico fosse stato delimitato da una transenna, nella quale peraltro era stato anche installato un gazebo dei volontari di Legambiente, gli autisti, con il benestare dei custodi, hanno sostato incuranti dell’iniziativa in corso e dei capitelli collocati in quel punto preciso del sito. A favorire questa situazione, inoltre, ha contribuito un’area parcheggio, adiacente villa Arianna, realizzata e mai entrata in funzione. A tal proposito è bene riportare le parole del Soprintendente Osanna, da noi interpellato qualche mese su questa questione:

“Il parcheggio esterno di Villa Arianna – ha dichiarato Osanna – non è mai potuto entrare in funzione perché non è stato possibile attivare il sistema di videosorveglianza e di illuminazione necessari a tenere sotto controllo l’area, ne gli allacciamenti idrici. Al momento sono in corso tutte le necessarie verifiche degli impianti per poterli mettere in funzione il prima possibile e dunque consentire l’apertura dell’areaparcheggio. Di fatto è stata avviata, relativamente a tutti i progetti della SAPES (Soprintendenza Archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia ndr) non ancora realizzati, una attività di verifica e si sta procedendo progetto per progetto a trovare le soluzioni più adeguate.”

Questa vicenda, una vergognosa vicenda, è stata l’indegna appendice di una giornata caratterizzata fino a quel momento dal teatrino alquanto grottesco verificatosi intorno al “tavolino” di villa San Marco. Avete capito bene: un tavolino. Di quelli pieghevoli, da spiaggia. Un ripiano sul quale i volontari esponevano depliant informativi, acqua di Castellammare e biscotti da offrire gratuitamente ai visitatori. Per quanto i responsabili di Legambiente avessero un’autorizzazione scritta, confermata poi a viva voce dal Soprintendente Massimo Osanna, e per quanto lo stesso Soprintendente fosse stato ricontattato dai responsabili del progetto, la direzione degli Scavi di Stabia ha negato il permesso ai volontari di spostare il tavolino dalla biglietteria di villa San Marco all’ingresso della villa: in altre parole, meno di una decina di metri. Facendo una sintesi: mentre i custodi, attenendosi alle direttive dell’Ufficio Scavi Stabia, impedivano ai volontari di spostare un tavolino a villa San Marco, a Villa Arianna veniva permesso alle vetture addirittura di parcheggiare ben oltre il limite previsto. I fatti sono questi. E noi non sappiamo come commentarli, onestamente. Sbavature organizzative, arbitrarietà, incompetenza, avversione per un progetto valido o un insieme di tutte queste cose?

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Il tavolino all’ingresso di Villa San Marco

La giornata di ieri ha fornito la riprova che questo non è un paese per giovani, neanche quando questi, animati da amore e passione per il territorio, fanno le cose per bene, con professionalità e qualità. Si rimprovera spesso alle giovani generazioni lo scarso impegno. Salvalarte, al contrario, è la sconfessione di questo luogo comune. Competenza, preparazione e attenzione per il patrimonio archeologico stabiese. Tre elementi che non abbiamo mai riscontrato nei tanti personaggi che sono gravitati intorno all’area archeologica di Varano. Personaggi che di questo loro peregrinare hanno lasciato segni nelle infrastrutture fantasma e nei progetti di riqualificazione inesistenti.

In mezzo a tante difficoltà i ragazzi di Legambiente stanno provando a scrivere una storia diversa, un futuro possibile per un sito martoriato da troppi anni. E per Dio, lasciateglielo fare!

Angelo Mascolo

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