Nel giorno in cui viene ufficialmente inaugurato il “Campania Express”, il treno della Circumvesuviana pensato per ottimizzare il trasporto dei turisti, si apre con altrettanta ufficialità l’iniziativa, promossa dal Ministero dei Beni Culturali, denominata “Notte Europea dei Musei” che prevede ingressi ai siti archeologici vesuviani dalle 20 alle 24 di domani al costo simbolico di 1 euro. Particolarità di questo evento è il fatto che le visite saranno su prenotazione. In particolare 12 a Pompei per 30 visitatori ciascuna e 10 a Ercolano per 25 visitatori. Facendo un semplice calcolo i due siti archeologici più importanti al mondo metteranno insieme non più di 600 visitatori.
Nel comunicato dell’iniziativa diffuso nella giornata di ieri a più riprese si parla di occasione unica per ammirare le bellezze dell’archeologia vesuviana. Unicità di cui purtroppo a godere saranno solo pochi fortunati, magari quelli più pronti di altri ad afferrare la cornetta. Un meccanismo, a pensarci bene, non così distante da una televendita, nella quale si aggiudica un prodotto il telespettatore che brucia la concorrenza degli altri. Fin quando si parla di pentole e orologi taroccati la cosa può anche andar bene. Il punto è che iniziative come la “Notte Europea dei Musei”, così come “La Domenica al Museo”, risultano indigeste per siti di ampia portata come Pompei o Ercolano e più in generale per i grandi siti archeologici.
Non si possono infatti fissare paletti o mettere tetti. Perché siti patrimoni dell’umanità non si possono gestire come fossero gallerie d’arte private o, all’estremo opposto, alla stessa stregua di un bivacco di età napoleonica. Serve equilibrio, cura e rispetto.
Sono questi i tre fattori fondamentali, e unici a dire il vero, con i quali è possibile conciliare i flussi turistici con la preservazione dei siti stessi. Non ce ne vogliano gli organizzatori della “Notte Europea dei Musei”. Ma per sabato sera prevediamo disagi e malesseri, gli stessi del resto verificatisi anche lo scorso anno. Gli stessi che continueranno a verificarsi fin quando non ci si convincie che luoghi come Pompei o Ercolano sono “irripetibili”, “speciali” e come tali chiedono di essere trattati.
Angelo Mascolo