Nell’attesa del confronto tra i cinque candidati a sindaco per le ormai prossime amministrative locali a Ercolano (Ciro Buonajuto, Antonio Liberti, Gennaro Miranda, Gennaro Cozzolino e Dante Iovino) non si attenua il clima di guerra che negli ultimi giorni ha suscitato non poche perplessità tra i residenti.
Ormai ci si accusa di tutto e di più: da atti vandalici contro comitati elettorali a presunte compravendite di voti (ufficialmente mai provate) per giungere persino a presunte minacce di licenziamento in caso di “voto non gradito” a favore di questo o quel candidato.
Insomma un minestrone amaro talmente ricco di ingredienti da ingannare anche lo chef più esperto. Ribadendo con forza che le chiacchiere sono spazzate dal vento e che le calunnie restano tali se non supportate da denunce formali in questa campagna elettorale a Ercolano sta succedendo veramente di tutto: amore per i luoghi e per la giustizia o sete di affermazione individuale a tutti i costi? Un bel quesito che forse solo il tempo scioglierà.
Fatto sta che ormai a livello nazionale Ercolano è balzata all’attenzione della cronaca per vicende politiche poco chiare che non fanno onore alla città: questo è un fatto e su questo francamente non c’è discussione. Colpisce il silenzio irreale in cui il palazzo di città sta attendendo il nuovo nocchiero: cambi dirigenziali eccellenti in vista o filosofia vecchia come il mondo “fin che la barca va lasciala andare” con la conferma degli attuali responsabili? Altro dilemma a cui solo il post urne darà risposta. Perché ormai è chiaro che a Ercolano si intravedono due possibili scenari: tutto si è fatto perché poi di concreto nulla cambi o fuori tutti e ripartiamo da zero.
Saranno adesso gli ercolanesi stessi a scegliere il proprio futuro: all’informazione il compito di promuovere quanto accade sul territorio con senso di responsabilità augurando nel contempo buona fortuna ai cinque esponenti politici pronti a rappresentare pubblicamente il paese.
Alfonso Maria Liguori