Sogna Bagnoli e con la popolatissima area partenopea buona parte della periferia in occasione delle ormai prossime amministrative regionali. Sogna una realtà più vivibile, politiche di preservazione dei luoghi adeguate all’emergenza che interessa da anni il sito (vittima di gestioni industriali scellerate) e soprattutto di non essere etichettata quale “periferia degradata” e avulsa da qualsivoglia processo evolutivo socio-economico.
Disgraziatamente questo sogno è bruscamente interrotto da amari risvegli: e ci si ritrova a fare i conti con uno Stato latitante, con un “fati da te made in camorra” facilmente individuabile nella facilità con la quale a Bagnoli si gestiscono lidi improvvisati e abusivi con tanto di somministrazione, sempre illegale, di alcolici a pochi passi dal locale commissariato di polizia. Per non parlare della rassegnazione giovanile e la conseguente alienazione di quella che dovrebbe essere nuova linfa vitale sotto il profilo delle risorse umane per la periferia partenopea. No massoneria, no logge ? No evoluzione. Il resto è retorica dell’obbligo, chiacchiericcio da mercatino rionale ma nulla di più. Incarichi pubblici distribuiti ad arte, associazioni abilmente manipolate da signorotti di turno la dicono lunga sul fatto di credere o meno nella buona fede di chi amministra la città.
Il nuovo governatore della Campania, chiunque sia e a qualunque schieramento politico appartenga, dovrà calarsi immediatamente nelle necessità vitali di un territorio da troppi anni abbandonato a se stesso. Gridano giustizia le vittime, anche giovanissime, di patologie oncologiche in spaventoso aumento nella zona : dinanzi ad un simile scenario, miserabile e per nulla democratico, occorrerebbe intervenire immediatamente per quanto meno salvare il salvabile ma a giudicare dall’umore di chi vive questi luoghi “tutto si farà perché drammaticamente nulla cambi”. Forse agli onesti napoletani non resta altra soluzione che appellarsi a San Gennaro: sempre che lo stesso patrono della città non sia talmente nauseato da quanto avviene “sotto i suoi occhi” da condannare Partenope ad implodere sotto il peso del letame che da troppo tempo ne compromette immagine e credibilità.
Alfonso Maria Liguori