Le correnti del Pd: “no al ‘ribaltone’ per Cuomo, vogliamo il Congresso”

nicola cuomo; consiglio comunale castellammare di stabia ;
nicola cuomo; consiglio comunale castellammare di stabia ;

Di seguito una nota firmata delle anime del Pd stabiese (Rifare l’Italia, AreaDem, LabDem, Area CASILLO) che è stata inviata  al vice segretario nazionale PD on. Lorenzo Guerini, al segretario regionale on. Assunta Tartaglione e alla segreteria provinciale PD Napoli. Il comunicato arriva all’indomani dell’approvazione del bilancio in consiglio comunale con 13 voti per la maggioranza del sindaco del Pd Nicola Cuomo che si è avvalso del ‘si’ di due consiglieri di centrodestra Umberto Pane e Giuseppe Mercatelli. Invece i consiglieri ‘dissidenti’ dei democratici Francesco Iovino, Rodolfo Ostrifate, Francesco Russo e Rosanna Esposito hanno votato contro.

“Lo strappo, all’indomani delle elezioni regionali che segnano la vittoria di De Luca e del PD, si è consumato. In consiglio comunale vi è’ una nuova maggioranza, aggiornata con il contributo di uomini e donne che, un giorno prima, avevano votato e fatto votare contro il PD e contro De Luca. È’ una vicenda abietta, da stigmatizzare che non trova le sue ragioni in alcun ragionamento o progetto politico. Ideata prima e condivisa poi dal Sindaco, la nuova maggioranza tradisce il mandato degli elettori, la gente del PD, la storia recente del PD. È il momento delle ragioni e del recupero dell’identità di uomini e donne che si sono sentiti traditi da giochi di potere, di palazzo e di poltrone.

La responsabilità ha un limite e non può trovare le sue ragioni ad ogni costo. Si è scelta la responsabilità dal primo giorno di amministrazione nella consapevolezza che si trattasse di un compito arduo, difficile, impervio, governare una città come Castellammare. Si è scelta la responsabilità accettando scelte difficili come il dissesto, si è scelta la responsabilità di fronte alla gestione traumatica delle ore del post fallimento Multiservizi, si è scelta la responsabilità finanche nel percorso attivato per il salvataggio di Terme.

Altrettanta responsabilità non si è avvertita nel primo cittadino che è andato avanti, sempre e comunque, senza alcun confronto, senza alcuna condivisione, come il classico uomo solo al comando, calpestando democrazia e partecipazione. Ma vi è di più !!! Al contrario, quando è giunto per lui il momento della responsabilità, ha risposto con arroganza e protervia acuendo rapporti personali e politici, sfociati nel l’allontanamento di assessori targati PD e nelle dimissioni dell’altro assessore PD, unico rimasto. La “nuova” maggioranza non è quella uscita dalle urne, non è nemmeno lontana parente.

Si è detto no, pregiudizialmente, prima al recupero di altre forze politiche della maggioranza originaria come SEL, quindi si è iniziata dentro il PD una guerra senza confini ad uomini e donne, consiglieri comunali e non, che la pensavano diversamente con una epurazione senza precedenti. Il Sindaco scientemente ha rotto con cinque consiglieri eletti in maggioranza di cui quattro del PD ed uno di SEL. Il Sindaco ha scelto di non dialogare più con il suo partito ma di aprire il confronto con le forze politiche da sempre acerrime rivali del PD. Tutto questo con il placet del commissario cittadino e segretario provinciale Venanzio Carpentieri. Si era auspicato che la sua venuta aprisse le porte al dialogo ed al confronto, nulla di tutto ciò Carpentieri ha solo alimentato ed acuito le diatribe interne, assumendo un ruolo di parte e non inter pares come tutti si auguravano. Ne è prova la questione gruppo consiliare nel quale sono rientrati in spregio ad ogni regola consiglieri comunali che avevano finanche firmato mozioni di sfiducia al primo cittadino.
Eclatanti, poi, sono due momenti: la nomina della commissione beni ambientali allorché il Sindaco ha direttamente contribuito all’elezione di due assessori dell’ex giunta Bobbio e la richiesta di appoggio al voto di bilancio al capolista della lista Bobbio prima, Pentangelo poi. Abbiamo cacciato via Bobbio dalla porta principale per la sua gestione politica, contribuendo in maniera decisiva a che la vicenda assumesse contorni di cui oggi si occupa direttamente la magistratura e nel contempo dalla finestra facciamo rientrare i suoi sodali.
Le ragioni riportate in questo documento di sintesi riproducono fedelmente uno stato di diffuso malessere all’ interno della stragrande maggioranza del PD, di diverse anime di diversa estrazione e provenienza, di consumata esperienza e di giovane età, convinti che si è smarrito oltre in senso di comunità e di solidarietà anche valori e principi che sono e costituiscono la identità del PD stesso. Nell’immediato occorre, nel rispetto delle regole sancite nello Statuto Regionale, convocare il congresso cittadino per ristabilire le minime condizioni di agibilità democratica e di civiltà del confronto politico.
Affidiamo tali ragioni a Te che hai cuore le sorti del PD a tutti i livelli, nel timore fondato che si sia intrapresa una via senza ritorno antitetica al recupero di consenso e credibilità faticosamente conquistata negli ultimi anni”.

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