Pozzuoli: stop alla balneazione a Cuma e Licola, nulla di fatto per “La Pietra”

La pietra pozzuoliLusinga l’idea di far bene il proprio lavoro: soprattutto poi quando il coscienzioso svolgimento dello stesso può favorevolmente incidere sulla qualità d’esistenza dei cittadini. E’ quindi con una certa soddisfazione che prendiamo atto dell’ennesimo “copia incolla” effettuato da alcuni colleghi dell’informazione. Si parla di Pozzuoli, di balneabilità proibita: il primo cittadino Vincenzo Figliolia ha firmato l’ordinanza che vieta l’ingresso in acqua a Cuma e Licola lasciando invece irrisolta la questione del tratto costiero denominato “La Pietra”.

Sono anni che lanciamo dalle pagine del giornale richieste di bonifica dell’area in oggetto denunciando nel contempo lidi abusivi con tanto di somministrazione sempre illegale di bevande alcoliche a pochi metri dal commissariato di Bagnoli eppure solo oggi la stragrande maggioranza dei mass media sembra prendere atto di tale miserabile realtà. Forse il confine tra Bagnoli e Pozzuoli è da ritenersi terra di nessuno oppure i rispettivi sindaci sono talmente impegnati a difendere la “poltrona” da non accorgersi che lo Stato in vaste aree dei siti in questione è praticamente assente. Colpa di politiche industriali scellerate, dell’omertà che da sempre protegge camorristi della peggior risma e di un tasso di alfabetizzazione inferiore alla media buona parte della periferia partenopea (come Bagnoli) giace nel più totale stato di abbandono.

Paradossalmente in questo guano chi illegalmente già possiede è destinato ad incrementare esponenzialmente i propri averi : come? Speculando sulla fame della povera gente, rilevando attività commerciali (specie nel settore ristorativo) per pochi spiccioli e dettando legge in materia di “assunzioni fittizie” di operai ( in molti casi lo stipendio realmente percepito non corrisponde a quanto riportato sulla busta paga firmata a fine mese).

Insomma un vero e proprio capolarato diffuso e orribilmente giustificato con la massima “meglio questo che niente…”. Si muovano le istituzioni e lo facciano nel rispetto del diritto alla vita di chi vive questi luoghi. Il resto è palese offesa all’intelligenza del popolo partenopeo.

Questi i distruttivi effetti delle politiche clientelari, della collusione con il crimine organizzato che per anni ha fortemente compromesso la qualità politica di una Napoli che ormai non sa più a chi rivolgersi per ottenere un “miracolo”…che forse oggi anche San Gennaro nauseato rifiuterebbe.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.