E’ scaduto ieri alle ore 14 qualsiasi tipo di “apparentamento” in modo ufficiale. Che cosa significa questo termine? Una delle forze politiche deluse dal voto può collegarsi con uno dei due candidati alla poltrona di sindaco. In sostanza, la norma elettorale consente ai candidati sindaci al ballottaggio di dichiarare il collegamento con altre liste rispetto a quelle del primo turno e queste, in caso di vittoria, ne giovano rientrando nella ripartizione del premio di maggioranza (ovvero acquisendo seggi).
Ciò che invece non scade sono gli accordi politici, non hanno una scadenza temporale fissata per legge ma, essendo slegati da qualsiasi formalizzazione, possono essere realizzati in ogni momento.
Che cosa accadrà a Terzigno in vista del ballottaggio di domenica 14 giugno fra i due aspiranti sindaci Francesco Ranieri e Stefano Pagano?
Francesco Ranieri ha già ricevuto il sostegno di Serafino Ambrosio, il quale con manifesto pubblico di ringraziamento verso i suoi elettori ha comunicato il sostegno alla coalizione di Ranieri. “Un giovane che come me ha tanta voglia di vedere questo paese rinascere” questa la dichiarazione di Ambrosio. Tutti allora a puntare lo sguardo verso il Partito Democratico soprattutto dopo l’eccellente risultato conseguito dal candidato sindaco Enzo Aquino.
Aquino è stato l’unico aspirante sindaco a ricevere più preferenze rispetto ai voti di lista. In settimana tanti erano stati i rumors, addirittura qualcuno dava per certo un’alleanza con l’amministrazione uscente. La conferenza stampa tenuta dal leader del Pd ha fornito le motivazioni per cui non vi è nessuna possibilità di alleanza o apparentamento con le due coalizioni in vista del ballottaggio. “Non possiamo e non vogliamo allearci con Forza Italia – dichiara l’avvocato – responsabili principali dello stato di degrado del paese e della cattiva amministrazione degli ultimi anni. Domenico Auricchio rappresenta, nonostante i diminuiti consensi, ancora un possibile consigliere comunale e Stefano Pagano non ha saputo assumere iniziative tali da prendere le distanze da scelte e metodi amministrativi disastrosi”.
L’avvocato continua spiegando anche le motivazioni che l’hanno spinto a non scendere in campo con la coalizione Ranieri. “Francesco Ranieri – continua il leader del Pd – ha dimostrato nei due brevissimi colloqui di non voler e di non poter investire politicamente nelle 1500 persone che chiedevano il vero cambiamento. Non ha voluto in trasparenza e senza patti nascosti accogliere le nostre idee e i nostri programmi, concedendo un apparentamento e un’alleanza ufficiale. Per questo ho preteso – dice Aquino – che non si discutesse neppur d’altro, né di altre posizioni di governo. Senza un accordo ufficiale e tecnico non potevamo accettare neppure la trattativa. E chi dice il contrario – termina Aquino – è in malafede.
Adesso, in vista del ballottaggio di domenica è caccia ai consensi degli elettori del PD da parte dei due schieramenti che dovranno combattere anche contro l’astensionismo degli elettori.
Nando Zanga