Beni e servizi alla Pa, l’Italia rischia nuove sanzioni Ue

piernicola pediciniUn ulteriore procedimento contro l’Italia potrebbe essere avviato dalla Unione europea per i ritardi dei pagamenti alle aziende che hanno fornito beni e servizi alla pubblica amministrazione italiana.

E’ questa la parte più significativa della risposta che l’organismo europeo ha inoltrato al portavoce eurodeputato Piernicola Pedicini e ad altri quattro eurodeputati del M5s che a marzo scorso avevano presentato un’interrogazione sull’importante tema che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende italiane.

Nella risposta la Commissione europea sottolinea che è a conoscenza della consuetudine praticata da molte autorità pubbliche italiane di pagare le fatture di transazioni commerciali con un ritardo che supera i limiti stabiliti nella direttiva Ue 2011/7 e, per tale motivo, ha avviato da tempo indagini e segue da vicino la situazione, in più esamina costantemente le informazioni presentate dal governo italiano che aveva assicurato di aver assunto una serie di misure che avrebbero consentito di rispettare, al più tardi entro giugno 2015, i limiti temporali fissati dalla direttiva Ue 2011/7.

La Commissione – è spiegato infine nella risposta all’interrogazione del M5s – ha accettato tale impegno da parte del governo italiano a condizione che si registrino miglioramenti reali, in modo progressivo, anche prima del giugno 2015, diversamente aprirà un nuovo procedimento che potrebbe portare ad ulteriori richiami e sanzioni nei riguardi dell’Italia.

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