Come sarà la Campania di Vincenzo De Luca? Questo interrogativo fondamentale sembra passare in secondo piano, eppure le urne si sono chiuse solo pochi giorni fa. La priorità di molti, dagli opinionisti televisivi, ai politici, fino ai comuni cittadini, resta quella di capire se effettivamente l’ex sindaco di Salerno possa essere il nuovo presidente della Campania.
La confusione, sia tra gli “addetti” che i tra i “non addetti” ai lavori, è tanta: la legge Severino (quella che dovrebbe far decadere all’istante il governatore neo eletto) lascia spazio a una quantità enorme di interpretazioni, contrastanti e concettualmente opposte. La posizione del neo governatore è chiara e irremovibile ed è stata ripetuta dallo stesso più volte: “Anche se mi sospendono, governerò io. Avremo un vice presidente che vi farà sognare”. È questo quello che ha dichiarato anche nel corso dell’intervista televisiva di Lucia Annunziata: ma i conti sarà bene farli tra neanche troppo tempo, ovvero immediatamente dopo la proclamazione ufficiale e l’insediamento della giunta regionale.
La sospensione è praticamente certa, poiché questo prevede effettivamente la legge Severino per i condannati in primo grado con cariche pubbliche: nel lasso di tempo dei necessari passaggi burocratici per la sospensione, De Luca avrà il tempo per nominare il suo vice. Dato questo per assodato, la parola spetterà al giudice ordinario al quale è stata affidata la competenza per atti di questo tipo, quando prima invece se ne occupava il TAR, il tribunale amministrativo giudiziario. Il giudice ordinario potrà non reintegrarlo dalla sospensione, potrà reintegrarlo ma passando la palla a sua volta alla Corte Costituzionale, oppure affidare a De Luca un provvedimento di sospensione che però passerà prima alle competenze del Presidente del Consiglio che dovrà assumere una decisione effettiva solo dopo che la Corte Costituzionale avrà stabilito l’effettiva o meno costituzionalità della legge Severino.
Sì, perché a conti fatti il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla regolarità costituzionale della legge avverrà probabilmente solo alla fine dell’estate e in molti vorrebbero evitare di aspettare altro tempo: “Io credo che la Legge Severino vada corretta: lo dicono in molti ed è dello stesso parere anche il presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone. E questo per evitare che ancora una volta intervenga la Corte costituzionale” – ha affermato recentemente Luciano Violante, ex presidente della Camera che l’anno scorso rifiutò la candidatura proprio alla Corte Costituzionale.
Al di là della intricata palude normativa provocata dalla legge Severino, arrivano i primi indirizzi politici del neo governatore.
Uno di questi riguarda l’atavico problema delle sanatorie per l’abusivismo edilizio in Campania: “Abbiamo 80mila alloggi abusivi. Chi li può demolire? – ha dichiarato in una intervista radiofonica il neo governatore – “Avete forse le cave per portare il materiale di risulta. Escludo una sanatoria per tre categorie di abusivi: primo, per l’abusivismo in luoghi di vincolo assoluto, per chi ha costruito in zone con pericolo per la pubblica incolumità e per le seconde case di proprietà. A me – ha continuato – non piace la sanatoria, ma mi confronto con la realtà. È materialmente impossibile demolire 80mila alloggi»
Sono arrivati anche i primi commenti politici sulle nuove prospettive regionali: il più rilevante non può che essere quella del sindaco di Napoli e della Città Metropolitana Luigi de Magistris. Non commenta le questioni della legge Severino (visto che anche riguardano anche lui, avendo vissuto una situazione simile), ma appare prudentemente fiducioso sul futuro amministrativo: “Confido in De Luca che ha esperienza di governo, anche se molto differente” – ha infatti affermato – “Ma ora dobbiamo vedere se alle parole seguiranno i fatti: se riuscirà ad avvicinare il governo alla città di Napoli, come vorrà muoversi su Bagnoli, su Napoli Est, insomma ci sono tante questioni da affrontare con delicatezza.”
Mario De Angelis