Riceviamo e pubblichiamo: “I Resti di Pompei, siamo all’anno zero”

Pompei cittàIn questa città rimangono soltanto i ricordi di tutto quanto essa era stata  favorita da eventi storici, naturali, religiosi. Ora non esiste più nulla e quel niente ancora operativo resiste per forza d’inerzia. Con i reiterati disastri delle coalizioni politiche che si sono avvicendate al Comune negli ultimi 30/40 anni, Pompei è stata invasa e pervasa da  un pernicioso immobilismo, da una superficialità  collettiva . da un falso benessere ritenendo ineluttabile una stabile condizione di favore.

Così non è stato, come è naturale che fosse. Il mondo, sollecitato dal progresso tecnico e culturale ha cambiato completamente i modi di pensare e di operare. In ogni dove sono state conservate le peculiarità locali, aumentandole e servendole con  opere di adeguamento alle mutate esigenze di vita e di lavoro.

Ora si pagano gli errori e l’ignavia del passato. Quali e quanti sono i pompeiani che possono esimersi da responsabilità dell’attuale degrado del commercio, del turismo, dell’accoglienza e delle istituzioni ? Pochi davvero !

Siamo a livello zero ! Anzi peggio perché ora si sono aggiunti -a quanto tralasciato nel passato- problemi nuovi che rendono addirittura disagevole la vita e le attività quotidiane.

Tante, troppe le negatività che hanno caratterizzato gli ultimi 7/8 lustri.Occorrerebbe un esame approfondito e responsabile ma mancano gli uomini con le capacità dovute ed una sicura volontà di evidenziare le  circostanziate verità.

A Pompei oggi si vive una crisi totale ! Dal commercio, al turismo, all’accoglienza, alle istituzioni ! Un vuoto di operosità, di iniziative e di potere che contrasta nettamente con le palesi necessità vigenti.

Il degrado ha raggiunto proporzioni invivibili e non è più il tempo delle chiacchiere e delle promesse. Occorrono fatti concreti, tangibili e mirati specificamente a ripianare le deficienze create con una condotta inimmaginabile.

La Pompei di oggi non è più un paese in quanto occhi lontani, per quanto autorevoli, e sollecitazioni interessate ne hanno determinato la promozione in città. Salto di qualità largamente immeritato perché questa novella città non ha registrato alcun miglioramento strutturale che interessi i cittadini, la qualità della vita, lo sviluppo turistico, il lavoro. L’unico cambiamento apportato negli anni è rappresentato dall’edilizia privata che ha fatto e sfatto, senza controllo, a suo piacimento gli interessi della categoria.

Per commisurare l’incapacità e l’oscurantismo  basta ricordare la contrarietà messa in campo nell’occasione della costruzione del grande supermercato LA CARTIERA. Questa benemerita struttura ha ridato a Pompei buona parte della dignità perduta ed ha contribuito in maniera determinante a creare quel lavoro assolutamente mancante e che aveva raggiunto livelli insostenibili di disoccupazione.

In tali condizioni Pompei si trascina, mostrando con indifferenza le deficienze dalle quali è stata declassata. Non c’è rimorso per lo status perduto ne, tanto meno, si intravedono movimenti forieri di  cambiamenti decisivi.

Da organi d’informazione e dalle cronache locali apprendo che anche la nuova Amministrazione Comunale è sfumata nella polemica dei pettegolezzi paesani con atteggiamenti e decisioni assolutamente inutili e deludenti.  Ora Pompei si trastulla con giochi politichesi che somigliano molto al teatrino dei pupari. Tanti personaggi, tante sigle inutili ed evanescenti giocano sul palcoscenico in una ricerca di paesana notorietà : e finisce lì perché il livello culturale non va oltre e tutto si condensa in altrettante bolle di sapone.

Questi sono, purtroppo, i limiti e le realtà di molti individui che non riescono a capire la nullità e il danno sociale del proprio operato ! Essi costituiscono un ciclo chiuso, precluso ad altri, in quanto si ritengono i soli ad essere demandati alla parte che stanno recitando. Nemmeno si può entrare nel merito della diatriba  perché di merito non c’è niente, nulla di costruttivo ed ancor meno di sostanzioso.

I “bambini” si divertono ! Se non fossero tanto pericolosi, potrebbero star lì anche una infinità di tempo. Sfogherebbero i  loro istinti superficiali e sazierebbero la fame di notorietà!

Chi è fuori dal novero degli addetti ai lavori, solitamente medita sull’accaduto e sente il richiamo della propria responsabilità che si ribella allo scempio e che capisce le difficili conseguenze alle quali si va incontro.

Così si vuole e così sarà. Le generazioni future sapranno indicare con determinazione le colpe ed i colpevoli !!!

Rag. Pierdomenico  Amodio

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