Abbiamo vinto, tutti

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Vincere! E vinceremo! Abbiamo vinto! Tutti. È andata a finire proprio come già si sapeva. Alla fine trovare un «fesso» che «ha non vinto», si tratti di partito, coalizione o singolo candidato, in queste ultime elezioni regionali è cosa ardua. Di più. Imbattersi in qualcuno che, eventualmente, avesse «perso» (almeno un poco) è come far passare un «cammello per la cruna di un ago». Hanno vinto quelli che sono andati a votare perché l’astensionismo che si temeva era superiore a quello che si è, nei fatti, poi verificato; hanno vinto quelli che non sono andati a votare perché la cifra che ha toccato l’astensione dal voto è stata superiore alle aspettative e dunque per loro è stato un successone: adesso hanno un «non» numero impressionante di consiglieri regionali che «non» li rappresentato. E, hanno vinto nuove – vecchie coalizioni in regioni in cui non comandavano. E dove quelle stesse coalizioni che prima comandavano hanno invece non vinto, la responsabilità è stata sempre di qualcuno che ha tradito o dei malpancisti interni che pur di non far passare una linea a loro “ostile” si sono presi a martellate sugli alluci. Hanno vinto i singoli partiti, anche quelli insignificanti, perché si sono alleati agli altri più potenti.

Hanno vinto i singoli candidati. Si, hanno vinto tutti. Quelli che hanno preso un “terremoto” di voti e gli altri che di voti non hanno preso, non dico il proprio (ché per un senso di pudore, non ci si vota da soli), nemmeno quello della moglie o del marito, se si trattava di una candidata. Perché hanno vinto anche loro? Perché c’è stato qualcuno che gli ha consentito di apparire. Anche se si è trattato di manifesti. Ché oggi se non “appari” almeno su un manifestino, non diciamo sul web con i suoi vari face book, e via dicendo, che è il top con i suoi “like” e “condivisioni”, sei nessuno. C’è stato persino un politico, il cui partito ha registrato una sonorissima spernacchiata dopo i fasti e le feste che per anni ha fatto all’indomani di qualsivoglia consultazione, fosse stata anche quella del comune di Vettelapesca, che ha strombazzato, felice e sorridente, che ancora una volta l’affermazione era stata eccezionale e che si «erano spezzate le reni alla Grecia». Veramente non ha detto proprio così. Ma il succo e la sostanza delle dichiarazioni portavano dritto dritto proprio al motto che nel Ventennio mussoliniano venne coniato allorché ci si accinse a far guerra alla Grecia. Ovviamente, allora come oggi, non si spezzarono “le reni” a nessuno.

Tanto che se non fossero intervenuti gli alleati tedeschi “i montagnari” – come qualcuno definiva l’esercito greco – scordandosi della storia e delle Termopili – ci avrebbero ributtati da quest’altra parte dell’Adriatico senza problemi. Adesso. A bocce ferme. Quando tutto si sarà calmato e gli attuali e gridati “ho vinto io, hai perso tu” saranno diventati flebili sospiri, toccherà ai “dottori” scendere in campo. E allora verrà fatta l’analisi del voto per specie umana, per dislocazioni territoriale, per ceto e nobiltà. Insomma, la ricerca di trigliceridi e colesterolo nel sangue è una pacchia di fronte a quanto gli analisti del voto saranno capaci di tirare fuori dalle loro indagini. Risultato? Tutti incazzati e tutti contenti. Appassionatamente. E indistintamente.

Carlo Avvisati

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