Lo sfratto incombe, l’ultimo grido di una famiglia di Volla con un invalido in casa

sigra StingaContinua l’odissea per la famiglia Stinga. Una famiglia perbene che da anni si ritrova vittima del sistema ed alla ricerca di un alloggio popolare cui abitare.

In affitto presso un appartamento sito al secondo piano di via Tito Livio, al civico 17 di Volla, al capofamiglia – attualmente disoccupato – è stata diagnosticata una Epatite C, una ipoacusia, essendo quasi interamente non udente, e diverse patologie polmonari.

Prima di ammalarsi si è arrangiato come ha potuto pur di poter mandare avanti la famiglia, svolgendo anche le professioni più umili. “In un primo tempo si riusciva, anche se a stento, ad andare avanti”, ci racconta la signora Stinga “ma da quando ha iniziato ad ammalarsi le cose sono andate via via peggio” e continua “gli introiti familiari da allora si sono ridotti a zero, nessuno era disposto più ad assumerlo ed anche io, che ho cercato lavoro, sono stata considerata troppo anziana e giudicata non idonea né adatta, nonostante sia nel pieno delle mie forze ed abbia anche delle competenze professionali.”

Disperata, stanca e sfiduciata, ma con una fioca speranza sempre accesa la signora ha aggiunto che “ad oggi ricevono la sola sua pensione d’invalidità, e la cifra è tanto irrisoria che non permette alla famiglia di sfamarsi, figurarsi pagare il canone locativo e gli altri servizi.”

“E’ stato intimato più volte lo sfratto per morosità, non potendo pagare il canone. Lunedì, 18 maggio, l’ufficiale giudiziario di Nola ha concesso una ultima breve proroga. Entro venerdì 18 giugno dovremo lasciare l’abitazione. E per di più la GORI potrebbe staccare i servizi erogati, a causa del mancato pagamento degli importi dovuti. Aspetto tragico per un invalido che soffre di Epatite C vivere senza l’acqua pulita e dunque i situazioni di scarsa igiene le condizioni precarie di salute peggiorerebbero senz’altro.”

La famiglia per ora può contare solo sull’umanità di amici, sulla comprensione e vicinanza del parroco della chiesa dell’Immacolata di Tavernanoce, don Vittorio Sammino, che sta facendo di tutto per aiutare gli Stinga, nonché del dottor Paolo Manfredi, l’assistente sociale del comune, per il tramite del quale sono riusciti ad essere anche ricevuti dal Commissario Generale di Volla, al fine di ottenere una abitazione popolare che gli spetta da anni ma che per intoppi burocratici non sono riusciti ad ottenere.

“Vogliamo riproporre la domanda, ma attendiamo con una speranza sempre più fioca” conclude la signora “ il 18 giugno lasceremo forzatamente la nostra abitazione e davvero non sappiamo dove andare, chiediamo solo un tetto dove vivere, anche di una sola stanza e servizio igienico. Non possiamo finire per strada. Siamo disposti a tutto, anche a compiere i lavori più umili. Facciamo questo ultimo appello alle Autorità di aiutarci. Stiamo vivendo da tempo momenti di forte angoscia e disperazione, non sappiamo più, davvero, cosa fare!”

Giovanni Di Rubba

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