In data odierna, i Carabinieri della Stazione di Carbonara di Nola hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di imprese emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Nola, nei confronti di Saverio Esposito (nato il 11.12.1957 a Nola), Pasquale Manzo (nato il 26.04.1969 a Lettere).
Entrambi soci e co-amministratori di AGRI ITALIA s.r.l., si tratta di un’impresa agricola con sede a San Gennaro Vesuviano. E’ stato disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni con ammontare di euro 1.021.323,31. Le suindicate misure sono state emesse a conclusione di una complessa ed articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Nola e condotta dai Carabinieri con la preziosa collaborazione del personale ispettivo della Filiale Inps di Nola, avviata all’inizio dello scorso anno, che ha riguardato un consistente gruppo di persone (393 indagati), coinvolte a vario titolo nei reati di truffa aggravata in danno dello Stato e contraffazione di documenti al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno perpetrati mediante l’assunzione di finti braccianti agricoli finalizzata all’indebito conseguimento di prestazioni l’l’evidenziali ed assistenziali (indennità di maternità, malattia, disoccupazione ed assegni famigliari), in danno dell’Inps, nonché, nel caso di 98 lavoratori extracomunitari, a consentire il rilascio del permesso di soggiorno.
Dall’ indagine, che ha tratto origine da un accertamento d’iniziativa effettuato dai Carabinieri di Carbonara di Nola nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno del lavoro sommerso, è anche emerso il coinvolgimento di due funzionari dell’ Inps (uno dei quali è attualmente in pensione) che, omettendo di effettuare i previsti controlli e adottando provvedimenti di approvazione, hanno agevolato la commissione dei reati per i quali si procede. L’attività investigativa consentiva di appurare che, nel corso degli anni, la ditta in questione aveva comunicato all’INPS l’assunzione di un numero di braccianti sproporzionato rispetto al fabbisogno calcolato sulla base dei dati comunicati nelle denunce aziendali (DA), in particolare nel 2009, il numero di giornate lavorative comunicate all’Inps (DMAG) è risultato cinquanta volte superiore a quello autorizzato. Alla stregua di quanto dichiarato dai titolari dell’azienda nel corso degli anni, sarebbero state corrisposte somme a titolo di retribuzione per un ammontare di circa 2 mln di euro, per le quali, però non sono mai stati versati i contributi previdenziali, quantificabili in oltre 500.000 euro. In tal modo l’ente previdenziale è stato comunque obbligato, per l’operatività del cosiddetto principio dell’automaticità delle prestazioni ad erogare sussidi per un importo complessivo pari alla somma per cui si è proceduto al sequestro preventivo (oltre 1 mln di euro). L’analisi dei dati fiscali ha inoltre evidenziato una palese incongruità tra il volume d’affari dichiaralo e l’imporlo complessivo delle retribuzioni corrisposte ai dipendenti.
E’ stato inoltre provata artificiosità delle dichiarazioni fornite nel corso degli anni dagli amministratori dell’Agri Italia, in particolare è stato appurato che le particelle catastali asseritamente destinate allo svolgimento dell’attività aziendale corrispondevano a terreni incolti o comunque improduttivi, poiché destinati ad altro uso, come ad esempio un parcheggio per autocarri, una depositeria giudiziaria, superfici edificate e addirittura, nel caso più eclatante, un’area situata a Palma Campania, denominata Cava d’Ascoli, già sottoposta a sequestro penale, poiché adibita a discarica e tristemente nota in quanto proprio lì era stato sepolto il cadavere dell’imprenditore palmese Antonio Ferrara, scomparso misteriosamente a dicembre 2012 e rinvenuto dai Carabinieri a gennaio 2014.
In numerosi casi, i fondi dichiarati nelle denunce aziendali sono risultati appartenenti ad ignari proprietari, inconsapevoli del fatto che quei terreni erano stati dichiarati in locazione all’Agri Italia. Nel 2010, al termine di una ispezione, l’INPS diffidava l’azienda a ridimensionare al ribasso le assunzioni di manodopera e i due soci, al fine di giustificare l’entità della manodopera dichiarata, ben lungi dal desistere dalla loro condotta truffaldina, tentavano di modificare, lo scenario accreditando l’azienda come impresa agricola “senza terra” e presentando contratti di compravendita di prodotti agricoli su pianta del tutto falsi. In occasione di una perquisizione effettuata presso la sede della società venivano rivendute e sottoposte a sequestro fatture emesse in favore di un’altra ditta, afferenti prestazioni assolutamente fittizie, stante la inoperatività della ditta medesima, la cui titolare, escussa in merito, dichiarava di averla costituita “per fare piacere” ad uno degli odierni destinatari dell’ordinanza, il quale, di fatto, si occupava della gestione amministrativa della stessa.
L’operazione odierna segna un’ulteriore traguardo nel contrasto delle forme di illegalità che aggrediscono il patrimonio pubblico colpendo un ente, quale Inps, già afflitto dalle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica e sottraendo risorse vitali proprio alle deboli, gravate dalla disoccupazione o comunque dalla precarietà che caratterizza oggigiorno la mancanza di lavoro.