Scoperto mezzo chilo di marijuana a Castellammare: arrestati madre e figlio

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Un «laboratorio» per il confezionamento della droga in pieno centro storico a Castellammare: è quanto hanno scoperto i carabinieri nelle scorse ore a seguito di un blitz effettuato presso un appartamento del rione «Capo Rivo». A finire in manette sono stati madre e figlio, entrambi stabiesi e già noti alle forze dell’ordine: si tratta di Vincenzo Izzo di 23 anni e Rosa Mauriello di 45 anni. Per loro le accuse sono di detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio: i due sono stati trasferiti nelle carceri di Napoli Poggioreale e di Pozzuoli.

L’operazione è stata effettuata dai carabinieri della compagnia di Castellammare, coordinati dal capitano Gianpaolo Greco e dal tenente Carlo Santarpia, nella tarda serata di mercoledì scorso. Nel momento in cui i militari sono entrati in azione è stato temporaneamente impedito loro l’accesso nell’abitazione mentre da una finestra venivano lanciate confezioni di stupefacente. Una volta all’interno dell’appartamento i carabinieri hanno rinvenuto altri quantitativi di droga, due bilancini di precisione ed altro materiale utilizzato per il confezionamento in dosi. In totale le autorità hanno sequestrato oltre seicento grammi di marijuana: secondo le forze dell’ordine madre e figlio preparavano lo stupefacente che sarebbe stato successivamente spacciato nelle strade del rione.

L’attenzione di carabinieri e polizia di stato sul centro antico è altissima in quanto, stando alle più recenti informative, sarebbe nata un’organizzazione composta perlopiù da giovani e giovanissimi dedita soprattutto al narcotraffico e ai furti. Poco tempo fa in un’altra abitazione, stavolta in zona «Santa Caterina», è stato scoperto un altro deposito di marijuana: in due borsoni erano infatti custodite oltre 1300 dosi. Nell’ambito di indagini condotte negli ultimi due anni più volte è stato accertato anche il coinvolgimento di minorenni nello spaccio di stupefacenti. Cinque i casi registrati, tra cui quello di una 13enne con 150 dosi di marijuana nella borsetta, e l’ipotesi dei carabinieri è che le organizzazioni criminali utilizzino sistematicamente i giovanissimi, che si accollano il rischio di pene più leggere.

Francesco Ferrigno

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