È finito a «chi si’ tu e chi so’ io» il consiglio comunale “siparietto” di lunedì 22 giugno scorso, a Boscoreale. Si è concluso così, con un quasi nulla di fatto, salvo un sorta di sostenuto match verbale tra il banco della presidenza e le fila dell’opposizione che sta nella maggioranza, l’ennesima sessione del parlamentino di Boscoreale.
Ovvero, chi ha assistito anche solo per pochi minuti alla discussione si è reso subito conto che non si sarebbe arrivato ad alcuna conclusione, considerata la posizione di duro confronto aperta, ormai da qualche mese, tra i consiglieri Gaetano Crifò e Giacomo Tafuro, da una parte, e Antonio Mappa, presidente del Consiglio cittadino, dall’altra.
Anche perché, spesso, anzi, con puntualità, i due consiglieri della «maggioranza che si oppone» erano affiancati da Gennaro Langella, ex sindaco, che con destrezza e dialettica menava fendenti virtuali citando leggi e decreti, oltre a chiedere pareri di legittimità su votazioni condotte, a suo dire, in maniera poco rispettosa della democrazia.
Insomma, era tutto un mettere alle corde gli avversari della maggioranza che a un certo punto è sembrata soccombere alla gragnuola di eccezioni che gli pioveva addosso di continuo. E, a ben poco è potuto l’intervento pacificatore di Buffone che su una richiesta di Langella che chiedeva, insistentemente, di votare singolarmente e non in gruppo, così come era stato fatto, alcuni provvedimenti, ha tentato di spegnere l’incendio dichiarando che si sarebbe potuto fare se l’assemblea, sovrana, avesse così deliberato.
Insomma, tra un Crifò infervorato sul progetto del restyling di Via Giovanni della Rocca che, a suo dire, sarebbe poco puntuale e servirebbe altrettanto poco alla città, Tafuro nelle vesti di un novello Enrico Toti (siamo al centenario della Grande Guerra e Toti, mutilato di una gamba, fu il bersagliere che non avendo più munizioni scagliò la stampella a cui si reggeva contro il nemico), essendo infortunato a un piede si appoggiava a una moderna stampella – tutore e disquisiva in maniera forbita, Gennaro Langella, puntualissimo nel richiedere il rispetto della democrazia e dell’assemblea, s’è fatto poco o niente. Più niente che poco. Tant’è che l’assemblea è stata aggiornata a data da individuare. Anche perché è stata la stessa maggioranza che alla fine, scocciata, e forse anche poco convinta che la discussione potesse approdare a qualche cosa di utile, si è defilata.
Uno alla volta, i consiglieri si sono allontanati facendo dunque mancare il numero legale. E tutto è finito in un amen. Qualcosa però si è fatta: è stato approvato il piano che prevede la realizzazione di un parcheggio per auto, in via Sanfelice, a pochi passi da Piazza Pace, in maniera da consentire a chi nella zona si reca per fare acquisti nei diversi esercizi commerciali che hanno le porte affacciate su quello che sarebbe dovuto essere il salotto buono della cittadina, di poter parcheggiare nelle vicinanze dei negozi. Adesso bisognerà aprire la procedura degli espropri e prevedere a una gara per la scelta del progetto, metterlo in esecuzione e realizzarlo. Il tutto mentre il comune si trova in sicure ristrettezze economiche. Inoltre, è stata anche approvata, ma solo per tre mesi, una variante alla circolazione in zona Passanti.
Chi arriva da Boscoreale, giunto ai semafori (spenti) prima della rotonda, dovrà obbligatoriamente girare a destra, verso Pompei, e per raggiungere la rotonda e andare verso Terzigno, o Poggiomarino (non conoscendo le stradine interne) sarà costretto ad andare per il “Piano Napoli”. Niente di cambiato nel senso di marcia a venire verso Boscoreale. Un provvedimento “infelice”, dicono dalla stessa maggioranza che ha approvato l’iniziativa, che certamente sarà rigettata da Terzigno, comune cointeressato perché l’altra metà della strada rientra nel suo perimetro di competenza. «Il problema – dicono alcuni dei pezzi da novanta della coalizione di Balzano – non si risolverà sino a quando il sindaco non farà il sindaco e dirà chiaramente chi sta nella maggioranza e chi all’opposizione». Il riferimento è a chi fa la politica dei “due forni”. La “Balena Bianca” è tornata. Anzi: non è mai andata via.
Alfredo Volpicelli