“La stupidità che c’è in giro è sconvolgente. Tutto è regolato dalle leggi, saremo operativi dopo la presa d’atto dell’elezione in Consiglio” – cosi risponde il neo presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca alle accuse che piovono da più parti riguardo il “vuoto di potere” che al momento c’è in Regione.
Vuoto di potere in senso anche letterale, perché l’ex sindaco di Salerno, nel giorno della sua proclamazione, ha deciso non presentarsi né nella sala Arengario del Palazzo di Giustizia di Napoli, né Consiglio Regionale per il passaggio di consegne, suscitando ancora una volta imbarazzi al governo centrale: infatti il Ministro delle Infrastrutture e dei Tasporti Graziano Delrio infatti ha preferito non commentare questo gesto.
Un istante dopo la formale nomina, i portavoce di Sinistra al Lavoro e di Movimento Cinque Stelle hanno consegnato ai giudici della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli i ricorsi per l’ineleggibilità dell’ex sindaco salernitano. L’avvocato Oreste Agosto, legale dei parlamentari salernitani del Movimento Cinque Stelle, sostiene che: “La sospensione di De Luca è già vigente in quanto collegata alla persona e soggettiva, quindi rivive il provvedimento del 26 gennaio scorso emesso dal vice prefetto di Salerno, Giovanni Cirillo, che ha applicato la legge Severino dopo la sentenza di condanna in primo grado per l’ex sindaco di Salerno”. Secondo Agosto, inoltre, De Luca “è stato proclamato essendo già sospeso, quindi ogni atto che compirà a Palazzo Santa Lucia saranno oggetto di iniziative legali sul piano penale”.
Anche gli ex consiglieri regionali di centrodestra hanno presentato una diffida ai responsabili degli uffici amministrativi del Consiglio regionale della Campania per non consentire a Vincenzo De Luca di convocare il primo Consiglio regionale “in quanto sospeso di diritto dalla Legge Severino perché condannato”. I consiglieri hanno anche ricordato che “la sospensione opera indipendentemente dalla emissione del provvedimento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri e che l’eventuale adozione da parte di De Luca di qualsiasi atto amministrativo configura, fra l’altro, il reato penale di abuso di poteri politici, cui sarebbero chiamati a rispondere anche i funzionari e i dirigenti che lo cooperassero”.
Intanto dalla Camera i deputati Cinque Stelle attaccano: “Il Governo vuole cambiare la legge Severino e, nel farlo, vuole le mani libere, magari per poter finalmente salvare De Luca. Nella riforma della Pubblica Amministrazione c’è infatti una delega in bianco al Governo per poter riscrivere a proprio piacimento le norme”- ha affermato i deputati del Movimento – “La legge delega, infatti nasconde un bel tranello per risolvere i guai dei condannati che non posso essere eletti a cariche amministrative, come il governatore campano. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Madia vuole mano libera per modificare il decreto legge 39, che si occupa proprio dell’inconferibilità e incompatibilità degli incarichi nella pubblica amministrazione. E’ chiaro l’intento di fare un colpo di mano sulla legge Severino.”
La sospensione è comunque in arrivo, essendo procedura d’ufficio prevista in questi casi: sarà il tribunale di Salerno, che ha emesso la condanna a un anno per abuso d’ufficio per De Luca, a dover inviare gli atti al Prefetto di Napoli per avviare l’iter della sospensione dalla carica di presidente della Regione Campania per effetto della dalla Legge Severino. Quando arriverà la sentenza al perfetto Gerarda Pantalone, quest’ultimo dovrà inviarla alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A quel punto il presidente Matteo Renzi, firmerà la sospensione e la invierà al Prefetto di Napoli, che dovrà notificarla a De Luca. Da quel momento, il presidente eletto sarà sospeso, e potrà ricorrere al tribunale ordinario civile (non più al Tar). I giudici avranno quindi due strade: confermare la sospensione o rinviare gli atti alla Corte Costituzionale.
In ogni caso De Luca pare abbia già in mente il suo vice, in caso di conferma della sospensione immediata (che in ogni caso scatterebbe solo dopo la nomina della giunta, dopo il primo consiglio regionale): si tratterebbe del suo fedelissimo Fulvio Bonavitacola, deputato Pd dal 2008 al 2013.
Mario De Angelis