Estorsioni in Fincantieri: minacce di morte, sequestri di persona, scioperi “pilotati” e boicottaggio dell’attività delle imprese per imporre l’assunzione di dipendenti agli imprenditori delle ditte dell’indotto.
Quello è emerso dall’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (che ha portato all’arresto di sei persone tra dipendenti e sindacalisti) non è un episodio isolato oppure condotte occasionali, ma bensì secondo il procuratore capo Alessandro Pennasilico di un vero e proprio “sistema criminale” all’interno del cantiere di Castellammare.
“Plurimi e convergenti elementi, sia di natura documentale che dichiarativa, oltre gli esiti delle operazioni tecniche, dimostrano che i disordini interni, le minacce di boicottaggio, i danneggiamenti e i furti delle attrezzature hanno costituito il grimaldello per costringere degli imprenditori ad assumere dipendenti privi di esperienza nel settore e che, in taluni casi, non rendevano neppure la prestazione lavorativa”, è quanto evidenziato dal procuratore Pennasilico in una conferenza stampa tenutasi questa mattina.
Per il procuratore capo Pennalisico si tratta di “un vero e proprio gruppo criminale, dedito ad organizzare estorsioni ai danni degli imprenditori operanti per conto della Fincantieri, il quale ha agito sfruttando una propria caratura delinquenziale per imporre un predominio all’interno dei cantieri stabiesi”.
Il tutto avveniva in un contesto di “connivenze e protezioni, le quali hanno favorito, o quantomeno rafforzato, il loro senso di impunità e di sicurezza, anche facendo leva sul clima di paura da essi ingenerato e sul quale hanno fatto sicuro affidamento, certi che nessun imprenditore si sarebbe mai opposto a tale sistema criminale. Vicende di questo genere compromettono l’immagine di tutta l’economia locale, generano sospetti sull’attività sindacale e hanno effetto nefasto sulle imprese di venire ad operare su questo territorio”.
RafCav
