“Innanzi alle decisioni assunte dal presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, sorge una triplice riflessione.
Le prime due riguardano l’auspicata scelta di tecnici qualificati per il nuovo esecutivo, con una preponderante presenza di donne che, com’è noto, si distinguono per la tenacia e la concretezza con le quali svolgono i propri compiti. La terza, meno lusinghiera, è di natura politica e riguarda la totale assenza di rappresentanti, seppur tecnici, di una cultura e di una storia che si richiami ai valori del liberalismo e dei ceti moderati”. Lo dice, in una nota, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal.
Per il parlamentare: “se è vero, come è vero, che De Luca si propone di dare corso ad un ampio rinnovamento rispetto al passato, non può mancare il contributo di coloro che auspicano l’introduzione, all’interno della complessa macchina regionale, di criteri di efficienza, qualità, competitività e merito.
Elementi distintivi, questi ultimi, di una politica che si richiama ad una diversa visione dei compiti e delle funzioni, sia dello Stato, sia delle regioni”.
“Insomma, per dirla chiaramente, ci sono solo storie e visioni di sinistra in questa giunta che non sono certo l’optimum per immaginare un radicale cambiamento rispetto al passato” conclude D’Anna.
In merito alla nomina della Giunta da parte del Presidente De Luca, il consigliere regionale Monica Paolino: “La montagna ha partorito il topolino, tra i componenti della Giunta prevista da De Luca non mi sembra di vedere nessun nome blasonato e nessun tecnico già esperto della macchina regionale. Il rischio è di ingessare la gestione amministrativa della Regione Campania. Quella di de Luca è una Giunta scollegata dalla gestione dei territori e dalle problematiche che sindaci e amministratori devono affrontare ogni giorno e che valorizza solo chi in questi anni ha dimostrato piaggeria nei confronti del Presidente. La politica del Pd, inoltre, appare mortificata da queste nomine, dimostrazione del fatto che, probabilmente, De Luca non si fida neanche di chi lo ha sostenuto in campagna elettorale: sembra quasi di rivedere Renzi”.