Torre Annunziata, successo per le due commedie organizzate dall’associazione Culturale Alfonsiana

areDue le commedie della rassegna organizzata dall’Associazione Culturale Alfonsiana, presentate di recente all’arena-teatro della Parrocchia di S. Alfonso di Torre Annunziata, pro attività culturali della chiesa stessa. Il primo dei due lavori, messo in scena dalla Compagnia “Peppino Ottone”, è “Donna Chiarina pronto soccorso” di Gaetano Di Maio, discendente di una famiglia di attori e drammaturghi, che ha esordito con il nonno Crescenzo, scrittore ed attore. Gaetano, è autore di tante commedie di cui è stata protagonista principalmente Luisa Conte al teatro Sannazaro. Aniello Birrante, regista e interprete dello spettacolo, proviene da compagnie amatoriali di exallievi Salesiani di Torre dai trascorsi successi.

L’attore torrese, con la sua esperienza, ha cercato d’infondere, ai giovani attori della compagnia, l’amore per il ”palcoscenico”, è logico che a questi ultimi bisogna dare il tempo per l’acquisizione di una giusta espressività. La commedia è imperniata sulla figura di donna Chiarina, che accoglie nella sua casa persone ricercate o vittime di ferimenti per risse quotidiane, che non ricorrono all’ospedale per timore delle conseguenze; la protagonista abita col marito, che sopporta qualsiasi disgrazia in virtù dell’altruismo della moglie.

La storia si ingarbuglia per l’insorgere di altre difficoltà, ma il finale mette tutti d’accordo. L’altro spettacolo è stato presentato dall’Associazione Culturale Alfonsiana (il regista, Veneziano, ha parlato di un gruppo di azione cattolica che persegue il fine di rinsaldare l’amicizia dei suoi associati).

Titolo del lavoro, “Li nepute de lu sindaco” di Eduardo Scarpetta, difficile per un gruppo al suo debutto, in cui Scarpetta vive l’incredibile storia dello scambio di sesso tra due fratelli, Silvia e Felice (interpreti Michela Buonerba e Giuseppe Trerè) , che si contendono l’eredità dello zio, sindaco di un borgo di campagna (uno spigliato Giuseppe Trerè), in un divertente gioco delle parti. Adeguato risalto viene dato dall’autore a divertenti personaggi, come la direttrice dell’educandato (Rosaria Veneziano) da cui è scappata Silvia in abiti maschili, per amore verso il suo fidanzato, Achille ,un dinamico Domenico Veneziano (per l’interpretazione e la regia) o la tutrice dello stesso istituto (una pimpante Tina Morrone); tra gli altri tipi particolari una guardia municipale sfortunata (Concetta Romano) che, gioca per tanto tempo quattro numeri a lotto che purtroppo sono estratti quando non li gioca; indovinata la caricatura delle due educande (le simpatiche Amalia Cirillo e Carla Pagano) che difendono, con un pizzico di ironia, l’operato della direttrice. Tipo guappesco è Pasquale Guerra (Leopoldo Speranza, interprete d’eperienza) che, scoperto un’incontro della sorella con Felice, si presenta allo zio, pretendendo che il giovane sposi la congiunta. Situazioni e divergenze si risolvono in un finale che soddisfa tutti, anche il folto pubblico plaudente.

Federico Orsini

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