La notte tra il 6 ed il 7 luglio scorso, un furgone della ditta che si occupa della luminaria per i festeggiamenti della Madonna del Carmine è stato dato alle fiamme, a piazza Aubry, in pieno centro città. Si, ora possiamo dirlo “è stato dato alle fiamme” perché i riscontri dei vigili del fuoco stanno indirizzando le indagini dei carabinieri verso un atto di origine dolosa. Un rogo di matrice dolosa appiccato, presumibilmente, utilizzando del liquido infiammabile.
Accertata, a quanto pare, l’origine della conflagrazione, resta da capire quali siano state le cause e, soprattutto, chi siano gli autori di questo vile atto che ha messo a repentaglio la vita di molte persone. Un vero e proprio raid punitivo, su cui graverebbe l’ombra del racket, ipotesi avvalorata dalla testimonianza di alcune persone che diversi minuti prima dell’incendio avrebbero addirittura udito anche dei colpi di pistola, fatto questo non confermato dalle forze dell’ordine. L’incendio ha coinvolto anche due autovetture vicine, una «Renault Scenic Xmod» ed una «Fiat Punto».
“Sono stati attimi di terrore indimenticabili”, raccontano i residenti di piazza Aubry, fortuna ha voluto che le fiamme non si divampassero oltre, considerando che l’incendio si è sviluppato a pochissimi metri da edifici densamente abitati. Un edificio è stato praticamente sfiorato dalle fiamme e solo l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio, anche se in molti, va detto, hanno lamentato il ritardo dei soccorsi.
Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della compagnia di Castellammare, guidati dal capitano Gianpaolo Greco e dal tenente Carlo Santarpia, coadiuvati dai militari della stazione di Gragnano.
Dunque, i carabinieri, che al momento stanno procedendo contro ignoti, nella giornata di ieri hanno ascoltato anche i responsabili della ditta che da anni si occupa delle luminarie e che ha sede a Mercato San Severino, in provincia di Salerno. I titolari avrebbero affermato di non aver mai avuto problemi di sorta né tantomeno richieste estorsive. Non si esclude alcuna pista e l’ipotesi del raid incendiario a scopo estorsivo resta al centro delle indagini.