Riccardo Scamarcio contro i talent e le Ztl a Napoli: “Mi stupisce che anche Napoli abbiano messo la ztl, io non sono d’accordo: Napoli deve essere un bordello, un casino.
Mica vogliamo normalizzare anche Napoli? E rivela sto producendo un film su Napoli con Beppe Gaudino e Valeria Golino. I talent? Non è un buon inizio. Si diventa merce, soldi, successo, fama e quindi una forma di corruzione.
Hanno l’handicap di farti esporre subito senza protezione”. Così Riccardo Scamarcio ai microfoni di Radio Club 91 intervistato dall’attore Gianguido Baldi e Antonio Acampora della scuola di cinematografia CinemaFiction Napoli.
L’attore sta producenzo con la sua casa “Buena Onda” un film su Napoli per la regia di Beppe Gaudino con Valeria Golino come protagonista, Getano Di Vaio, Massimiliano Gallo.
Si tratta di “un film diverso che racconta il misticismo che c’è a Napoli. Un’altra faccia delle 100 mila.
E parla anche di immigrazione: “Gli iracheni coltivano pomodori come noi, siamo fratelli
Interroghiamoci noi occidentali cosa abbiamo combinato in questi paesi. Vedo la Siria dalla Puglia”.
Sul cinerma italiano: “Il cinema italiano è uguale al cinema straniero, il cinema ha delle dinamiche e dei meccanismi che si ripetono. Si dice che il cinema estero sia migliore di quello italiano io non credo cambi solo la lingua. Gli italiani non hanno nulla da invidiare. Il cinema è un linguaggio intetrnazionale.
Il cinema straniero mi ricorda il cinema italiano di qualche anno fa, di quando ho cominciato. L’attore è un mestiere, il lavoro consiste in energia, in emozoni, sentimenti, come l’elettricista.
Sui talent: “Chi vuole cominciare deve provare uno spazio protetto dove non ci si esibisce subito ma si capisce di cosa si sta parlando. I talent hanno il piccolo handicap di non far scoprire nuovi talenti e non ci si può esibire subito immediatamente se non si capisce che cosa si sta facendo. Occorre lavorare in un contesto protetto come le scuole altrimenti non si capisce la bellezza del mestiere dell’attore e si diventa merce, soldi, successo, fama e quindi diventa una forma di corruzione.
E su di sé: “Semmai mi dovesse capitare di fare il regista, se mi dovesse venire la voglia di dirigere un film saprei come controllare che i soldi vadano nel posto giusto. Ma ora non ho il tempo di fare il regista, ne ho timore”