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Russo, Aicast: il CAAN di Volla un bubbone che difficilmente potrà essere rilanciato

CAANNei giorni scorsi, Volla è tornata al centro delle cronache per il gravissimo fatto di sangue avvenuto all’interno del CAAN. Molte sono state le polemiche circa la sicurezza di quel luogo e, soprattutto, si è discusso molto circa la stessa funzionalità del Centro Agro Alimentare.
Il CAAN, in realtà, nasce nel 1989 allo scopo di realizzare una struttura polifunzionale, in sostituzione delle preesistenti strutture di mercato di Napoli e Volla. Per poter realizzare il progetto l’ex consorzio CAAN notificò ai proprietari dei fondi agricoli, oltre che a fabbricati rurali, alle civili abitazioni ed alle attività produttive presenti in quell’area, i decreti di esproprio, giustificati dietro una fantomatica dicitura “pubblica utilità”: parliamo di un’area pari a circa un quarto dell’intero territorio vollese.

Così, quasi tutti i legittimi proprietari, malvolentieri, furono espropriati e liquidati a prezzi da fame, ben lontani dai reali valori di mercato. Dopodiché, in pompa magna, si posò la prima pietra in presenza delle massime istituzioni sia comunali che sovra comunali e, per farla breve, si illuse la popolazione locale riguardo il fatto che tale opera faraonica sarebbe stato il volano, il traino economico per l’ex ridente cittadina, oltre che per lo sterminato settore dell’agro alimentare di tutto il Sud Italia.

Gennaro Russo, Aicast Volla

Sul punto abbiamo ascoltato l’opinione di Gennaro Russo, presidente dell’Aicast di Volla, in quanto rappresentante locale delle aziende, il quale afferma: “Ai nostri giorni, ci troviamo di fronte ad una realtà radicalmente diversa da quella immaginata nel passato; siamo innanzi ad una grande opera sia incompiuta, che decisamente fallimentare nella gestione.
Insomma, una macchia sul territorio, solamente in grado di occupare un posto nella cronaca per fatti poco piacevoli, un buco nero che risucchia a più non posso soldi pubblici, che poco vengono investiti per tutelare gli interessi dei temerari commercianti che ancora oggi resistono in quella struttura.
Un bubbone (il CAAN) che difficilmente, viste le premesse, potrà essere rilanciato e, ancora più difficilmente, se dovesse andar male, riconvertito.
Perché, vedete, non siamo mai riusciti a sradicare dalla mente dei cattivi amministratori l’idea che quella struttura, finalizzata alla “pubblica utilità” soprattutto del comune di Volla, debba essere amministrativamente assoggettata, visto e considerato il fatto che non abbia mai ricevuto nulla.

Giusto per portare un piccolo esempio, si prendano in considerazione gli otto e passa milioni di euro di contenzioso per i tributi locali.
Tuttavia, ultimamente (e, aggiungerei, per fortuna) a condividere il nostro pensiero ci ha pensato il commissario prefettizio (che vorrei cogliere l’occasione per ringraziare), poiché nel corpo della delibera avente ad oggetto la dismissione delle quote azionarie detenute dal comune di Volla si evince il chiaro proposito da noi sovraesposto, ovvero il venir meno del concetto di impiegare i soldi pubblici dei cittadini in una struttura commerciale.

Concorde con il Presidente dell’Aicast, il legale dell’Associazione nonché ex consigliere comunale, l’avv. Andrea Viscovo che ricorda “il CAAN doveva rappresentare per Volla un beneficio e poteva seriamente esserlo, purtroppo per l’incapacità di qualcuno oggi ci troviamo a dire che si è trasformato in un peso . Oggi – aggiunge Viscovo – sarebbe necessario un serio progetto per rilanciare il Centro e renderlo organico al territorio vollese anche al fine di contribuire alla ripresa dell’ “economia di vicinato” senza dimenticarsi dell’esistenza del vecchio mercato e dei loro operatori ai quali fino ad oggi è stato venduto solo fumo”.

Volla ha pagato per troppi anni una scelta fatta senza una seria programmazione. Speriamo che, dopo la parentesi prefettizia, i prossimi amministratori daranno un sterzata ripagando i vollesi di questi anni di sacrifici.

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