Sovraccarico di lavoro per l’assessore Pietro Orsineri, a cui da qualche giorno il sindaco Uliano ha deciso di conferire la delega al Personale: dai cassetti spunta un documento choc che Orsineri ha deciso di rendere pubblico. “Il giorno stesso che il primo cittadino mi ha conferito l’incarico – afferma il vicesindaco – ho avviato una serie di verifiche presso gli uffici preposti e sono già incappato in grosse criticità”.
La più grande è quella ascritta al protocollo con il numero 13000. Sul frontespizio il logo del Ministero all’Economia e alle Finanze e, in particolare, l’area della Ragioneria Generale dello Stato. Sette pagine inviate per conoscenza anche alla Corte dei Conti e alla Prefettura, in cui vengono evidenziate una sfilza di irregolarità e disfunzioni rilevate in seguito a verifiche amministrativo-contabili sugli atti di Palazzo De Fusco fino all’anno 2013.
Nel mirino alcune irregolarità rilevate sul fondo accessorio sia per i dirigenti che per i dipendenti, le indennità di rischio riconosciute anche a categorie che all’apparenza non ne avrebbero diritto, progressioni di posizioni per cui si è proceduto solo con personale interno senza cioè bandire alcun concorso per gli esterni, la mancata stipula dei contratti per gli incarichi esterni superiori ai 5 mila euro e l’assenza di servizi migliorativi per quanto concerne le pratiche di condono e le sanatorie edilizie.
“Sono tutti aspetti che minano in maniera preoccupante la stabilità economica del Comune e per fronteggiare i quali quest’Amministrazione utilizzerà tutti gli strumenti a propria disposizione, partendo, soprattutto, dall’accertamento di eventuali responsabilità anche a carico dei precedenti amministratori che saranno chiamati a rispondere personalmente degli eventuali e conseguenti danni erariali. Si tratta degli stessi che oggi cercano di screditare il lavoro trasparente e pulito che l’amministrazione Uliano sta portando avanti da mesi e in silenzio. Gli stessi che provano a dare lezioni di morale e che, al contrario, farebbero bene a tacere, perché le vicende che stanno emergendo negli ultimi tempi non solo altro che la punta dell’iceberg”.
Dieci, in particolare, i punti sui quali si sofferma l’attenzione della Ragioneria Generale dello Stato. Considerazioni specifiche e dettagliate, divise in paragrafi esplicativi.
La prima osservazione fa riferimento “all’Adozione degli atti di programmazione triennale del fabbisogno del personale” che non terrebbe conto del principio “della riduzione della spesa del personale” , in merito al quale l’organismo di vigilanza statale rileva numerose “irregolarità in ordine al superamento dei limiti imposti dalla Finanziaria 2006 relativamente agli esercizi finanziari dell’anno 2007 e 2008”. Incongruenze derivanti dal non aver inserito all’interno del contenimento della spesa anche la voce relativa al personale assunto in eventuali società partecipate, ma solo di quello facente direttamente capo a Palazzo De Fusco.
Altro punto cruciale su cui si sofferma l’attenzione del dipartimento ministeriale è l’assenza di un regolare contratto con i soggetti esterni all’Ente ai quali sono stati affidati incarichi di collaborazione superiori ai 5mila euro, nonché la mancata e preventiva comunicazione degli stessi agli organi preposti (Revisori dei conti e Corte dei conti) così come, al contrario, previsto dalla normativa vigente.
Molto spinosa la questione al punto tre che fa riferimento alle progressioni verticali. Su questo piano la Ragioneria dello Stato rileva una chiara “violazione della disciplina in materia di progressioni verticali; la mancata stipula dei contratti individuali di lavoro con i dipendenti inquadrati nelle superiori categorie professionali, la mancata previsione delle progressioni verticali negli strumenti di programmazione triennale del fabbisogno di personale e il mancato rispetto del principio dell’adeguato accesso dall’esterno nelle procedure delle progressioni verticali
realizzate”.
Secondo il dipartimento del ministero delle Finanze, il mancato rispetto del principio dell’adeguato accesso dall’esterno nelle procedure espletate è palese in quanto per le progressioni effettuate “non risultano avviate le selezioni per assunzioni di nuovo personale al di fuori dall’organico”. Un principio di pari opportunità nelle procedure di assunzione “desumibile – scrive la Ragioneria di Stato – ancor prima dell’emanazione della specifica norma introdotta dal Decreto legislativo n. 150 del 27.10.2009 , sia dal dettato costituzionale che dai numerosi interventi giurisprudenziali della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato che deve essere sempre assicurato sia in termini di equilibrio numerico che di contestualità delle procedure, considerando che le progressioni verticali sono rapportabili a vere e proprie assunzioni, realizzate sulla scorta della novazione del rapporto di lavoro”.
Nell’ambito delle Delegazione Trattante, inoltre, l’organo di controllo dello Stato sottolinea la mancanza della relazione tecnico finanziaria all’interno della stessa. Un documento considerato cruciale nell’attività di controllo ad opera del Collegio dei Revisori dei Conti, in quanto permette di vagliare la compatibilità dei costi della contrattazione decentrata con i vincoli di bilancio.
Alcune irregolarità vengono evidenziate anche in materia dei “costituzione del fondo accessorio del personale dirigente con particolare riferimento a: a) costituzione del fondo originario in difformità dalle clausole del C.C.N.L.; b) inserimento di risorse in mancanza della verifica delle condizioni a tal fine previste; c) duplici inserimenti di risorse destinate alla contrattazione integrativa; d) omessa decurtazione delle risorse inserite nel fondo; e) inserimento di risorse in mancanza della verifica delle condizioni a tal fine previste; ripetuti e impropri inserimenti di risorse al fondo”. “In ordine al punto a) – scrive la Ragioneria di Stato – non essendo stata inviata o individuata alcuna documentazione in merito, si conferma la mancanza degli atti formali di costituzione del fondo 1998; anche per i punti b) ed e) si confermano i relativi rilievi in quanto l’inserimento delle risorse al fondo è subordinato alla contestuale attestazione e certificazione da parte del servizio di controllo interno del rispetto dei limiti e delle condizioni per consentire gli incrementi. Per quanto riguarda il punto c), ossia duplice inserimento nell’anno 2001 di alcune risorse al fondo, l’Ente riferisce unicamente che “la duplicazione degli incrementi nell’anno 2001 è avvenuta senza dolo o colpa grave da parte dei soggetti coinvolti nella costituzione del fondo” riconoscendo per tale via l’irregolarità emersa in sede ispettiva, ma omettendo la necessaria rideterminazione del fondo. Segnatamente al punto d) si ribadisce il rilievo relativo alla mancata decurtazione dell’indennità di posizione per ogni unità di personale dirigente, cosi come previsto dalla norma contrattuale di settore”.
Ma non solo. Le irregolarità in materia di definizione e spesa del personale occupano tutta la parte finale della relazione dell’organo statale. Per quanta riguarda, nello specifico l’
attribuzione della retribuzione di risultato in difetto e della determinazione degli obiettivi annuali e della verifica del conseguimento degli stessi, la Ragioneria di Stato non ritiene “sufficiente, al fine di corrispondere l’indennità di risultato al personale dirigente, la semplice indicazione nel PEG degli obiettivi da conseguire”. Pertanto, pur tenendo conto delle precisazioni comunicate da Palazzo De Fusco e del fatto che le indennità in parola siano state corrisposte solamente per gli anni 2008 e 2009, l’organo di controllo “ritiene necessario che l’Ente si doti di uno specifico sistema valutativo basato su una preventiva definizione degli obiettivi a cui faccia seguito una reale ed obiettiva misurazione delle singole performances”.
Inoltre, così come per la costituzione del fondo accessorio del personale dirigente anche per quello non dirigente, Palazzo de Fusco avrebbe omesso la relazione illustrativa tecnico-finanziaria, incorrendo così nello stesso errore. Più complicata, invece, la questione inerente l’inserimento (nel fondo accessorio) di risorse non previste dal CCNL. Un aspetto, quest’ultimo, in merito al quale la Ragioneria dello Stato lamenta la carenza di spiegazioni sottolineando anche un “irregolare inserimento di 60mila euro dell’anno 2008, mediante variazione di bilancio per il finanziamento della produttività in assenza di qualsiasi indicazione contrattuale a riguardo”.
Rischia di creare gravi problemi all’assetto economico dell’Ente anche un altro aspetto sottolineato e che fa riferimento alla “omessa o insufficiente decurtazione del fondo della retribuzione accessoria del personale non dirigente relativamente agli anni 2011 e 2012”. Un punto su cui insiste molto l’organismo di verifica contabile e in base al quale invita l’Ente “a provvedere ai dovuti recuperi a favore del bilancio comunale per tutti gli anni dal 2011 al 2014”.
Altri aspetti illegittimi vengono evidenziati anche nell’utilizzo del fondo accessorio del personale non dirigente per quanto concerne la previsione e la liquidazione di alcune indennità di rischio. Secondo i tecnici dello Stato, “alcune fattispecie e/o categorie di
personale sarebbero risultate destinatarie dell’indennità pur non ravvisandosi concrete potenzialità di rischio per la salute”.
Relativamente poi alla cosiddetta “indennità di pronta reperibilità”, la Ragioneria rimarca l’irrego1are modalità di finanziamento dell’emolumento per i mesi di novembre e dicembre 2008 (€ 4.281,84) e degli oneri della sentenza esecutiva che ne è derivata (circa un milione di euro) avvenuta tramite riconoscimento di debito fuori bilancio per incapienza del fondo per la produttività. Per quanto concerne, infine, la “liquidazione dei compensi per produttività e per i progetti-obiettivo in mancanza di piani di attività, dell’attestazione dell’incremento della produttività e del miglioramento dei servizi”, si ribadisce, “per quanto concerne alcune attività della Polizia Municipale, l’assenza dei preventivi piani di progettualità tesi all’incremento della produttività e la genericità dei piani progettuali disposti per il personale dedito al recupero Ici e alla partecipazione al progetto “Archivio”.
Infine, l’Ente facente capo al dicastero delle Finanze sottolinea “le illegittimità riscontrate e l’assenza di giustificazioni per quanto riguarda la mancata predisposizione di un miglioramento qualitativo e quantitativo per la definizione delle pratiche di condono e sanatoria edilizia, nonché una inadeguata previsione contrattuale delle modalità di svolgimento del servizio, una mancanza di controllo sull’attività svolta dall’affidatario del servizio, l’irregolare erogazione di alcune somme a titolo di acconto su prestazioni di servizio e la illegittima liquidazione dei compensi per la progettazione interna anche di lavori per cui non era prevista la redazione del progetto esecutivo, nonché l’erogazione di alcuni incentivi per la progettazione di opere e lavori pubblici senza che vi sia stato il reale accertamento delle specifiche attività svolte dai dipendenti”.
Chiare e senza particolari vie d’uscita le indicazioni finali offerte della Ragioneria di Stato che sottolinea come “l’Ente è tenuto, a procedere all’accertamento delle responsabilità nei confronti dei soggetti responsabili dei procedimenti amministrativi che possono
aver dato luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale e ad attuare tutti gli atti interruttivi della prevista prescrizione, al fine di tenere indenne l’istituzione da qualsiasi danno derivante da attività poste in essere dai propri funzionari, anche nel caso di mancata completa conclusione delle azioni avviate”.