Ecco “beerETTA”, la nuova “birra in bicicletta”

birraDopo il successo del primo “Napoli Strit Food Festival” continua la proposta per un nuovo modo di vivere il cibo in strada. Giovanni Kahn della Corte e il gruppo Mobilarch del Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, hanno presentato all’Ippodromo di Agnano uno straordinario veicolo per lo street food, un oggetto che coniuga gioco e distribuzione individuale della birra e si propone con un carattere assolutamente speciale per lo street food marchiato Campania. Il nome è già un programma: “beerETTA” ovvero la nuova “birra in bicicletta”.

IL PROGETTO “BEERETTA”. Si tratta di un veicolo a tre ruote che da fermo può essere poggiato su un cavalletto che sollevando la ruota superiore da terra, e attaccando una dinamo, permette di generare energia elettrica che fa uscire la birra da un erogatore che si trova davanti al manubrio. Qui c’è sistemata tutta al parte dedicata al fruitore che potrà prendere da solo o un bicchiere da 0,2 L oppure uno da 0,4 L, sistemarlo su un apposito adattatore, e controllando con le pedalate l’erogazione della birra riempirsi il bicchiere. In più si è deciso di legare questa azione ad un elemento ludico: su questo primo prototipo si è posto sul terminale di un’asta metallica una ruota ad otto raggi di metallo che, quando la birra viene erogata, gira e fa girare una serie di nastri colorati ad essa sospesi. In tal modo è visibile da lontano il momento in cui la birra si sta versando e comunque si lega il gesto di versare birra ad un gioco che ci lega all’infanzia.

L’EVOLUZIONE DELLO STREET FOOD. «Il fenomeno street food – spiega della Corte, ideatore del progetto – per garantirsi continuità, necessita di continui aggiornamenti sia in materia di novità vere e proprie sia in materia di aumento della redditività, con il contestuale abbattimento dei costi di gestione. Attualmente siamo in un’era in cui si continuano a creare ape car street food ma soprattutto mega furgoni che perdono l’essenza dello street food “Made in Italy”, rifacendosi più allo stile nord americano. Il gioiello

“beerETTA” è una risposta a tutto ciò: bassissimi costi di gestione, elevatissima redditività. Alla base sempre e solo ovviamente un prodotto di eccellenza con una corretta “tenuta” della temperatura del prodotto stesso ma soprattutto mezzo agile e maneggevole adatto alle nostre strade. Una vera e propria innovazione che a mio parere farà strada».

LA NASCITA DEL PROTOTIPO. «L’esperienza del gruppo di ricerca che guido da qualche anno, Mobilarch, – ha dichiarato Nicola Flora, Docente di “architettura degli interni” presso il DiARC, dipartimento di architettura dell’università degli studi di Napoli “Federico II” – mi ha reso consapevole che nelle giovani generazioni di architetti della scuola napoletana, ma italiani in generale, c’è grossa creatività e adattamento a scale assai diverse del progetto. Nell’ultimo anno ci siamo cimentati con una serie di elementi in forma di prototipo per lo street food e questo ha generato il felice incontro con Giovanni Kahn della Corte, con il suo entusiasmo e la sua fiducia nella creatività della nostra scuola e del nostro gruppo in particolare. Da questo incontro il pensiero condiviso di fare questo speciale veicolo, cosa che Giovanni aveva in animo di fare da tempo.

La creatività del nostro gruppo e l’abilità di un giovanissimo artigiano molisano, Michele Fratino, hanno permesso di portare effettivamente alla luce l’oggetto. Poi la grande professionalità di un creativo della comunicazione come Luigi Maisto ha fatto nascere il marchio ed il suo logo.

Noi, che ci abbiamo lavorato con passione ed entusiasmo per farlo nascere, crediamo che “beerETTA” sia un oggetto divertente che incontrerà di sicuro il favore del pubblico, specie dei più giovani anche per la componente giocosa della sua personalità. Ci proponiamo di diversificare l’elemento ludico nelle eventuali produzioni dei prossimi pezzi di “beerETTA” perché siamo sicuri che questo elemento, assolutamente unico nel panorama delle attrezzature per lo street food, sarà capace di fidelizzare specie la componente più giovane e creativa del pubblico degli avventori del cibo per strada».

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