A Torre Annunziata, all’Arena-Teatro della Chiesa di S. Alfonso, è calato il sipario su “Estate a Teatro” 2015, rassegna amatoriale, giunta alla sua quarta edizione, a cura dell’Associazione Alfonsiana, il cui ricavato è destinato all’attività culturale della stessa organizzazione.
In scena “Io, Alfredo e Valentina “ di Oreste De Santis, autore napoletano dalla battuta facile e immediata; l’interpretazione e la regia è del collettivo della compagnia “Piccola Ribalta Oplontina”, gruppo già noto ai siti teatrali della zona.
Il racconto scenico narra la storia di un quarantenne spirito solitario (interpretato da un dinamico Gennaro Oliva) che campa da solo in un condominio elegante e “rigidamente retto” da un amministratore preciso e un po’ anche rompiscatole (che l’interprete Luciano La Rocca ha intepretato con un carattere ancora più inflessibile); la vita dello scapolo scorre tranquillamente, salvo nei momenti in cui interviene la sorella Maria (interprete briosa Lina Di Maio), la quale vuole vedere il fratello sposato, essa stessa però lo crede un “diverso”, alcune scene potrebbero dimostrarlo, ma non sono veritiere.
La donna fa di tutto per dare in moglie al congiunto la sua timida amica Concettina, (nei cui panni Elettra Possumato si muove benissimo, rendendone divertenti i difetti).
Gli equivovi nascono dall’amicizia del protagonista con Peppino (int. un passionale Giuseppe Borriello) un uomo sposato, che si è innamorato di una ragazza di facili costumi, Valentina (Luisa Matrecano), il quale chiede consigli al protagonista, Federico. In tali movimentati eventi si inseriscono i personaggi di Fiammetta, moglie di Federico (convincente la prova di Angela Possumato) e quello di Alfredo, il marito-poeta di Maria (un solerte Giovanni Angrisano).
In linea di massima, pur se con i difetti comuni agli amatori, la prova della compagnia è risultata positiva, supportata dalla collaborazione, negli ultimi affinamenti dello spettacolo, di Eduardo Zampella, esperto di teatro, anche se, Egli afferma, ”il mio supporto tecnico si è limitato ad un rappezzamento delle tante, troppe, carenze strutturali del testo (tagli, modifiche e salti di quadri” e ad impartire un minimo di disciplina e di spirito di gruppo nelle ultime, pochissime, sessioni di prove della compagnia”. Ciò lascia ben sperare per il futuro del gruppo.
Federico Orsini