Con apposita ordinanza presidenziale il Tar ha chiesto infatti alla Regione di esibire in giudizio, entro venti giorni, la documentazione relativa al provvedimento adottato dall’allora governatore Stefano Caldoro e dall’assessore Sergio Vetrella, tra cui la “matrice delle distanze” per ogni singola coppia di Comuni della Regione e gli atti impugnati “con i motivi aggiunti depositati il 20 maggio 2015”.
In sostanza, la Regione Campania è tenuta a documentare sulla scorta di quali criteri siano state adottate le nuove tariffe e, soprattutto, perché alcuni comuni, con distanze da Napoli paragonabili a quelli flegrei, siano passati dalla fascia 3 alla fascia 2 o dalla fascia 2 alla fascia 1 con conseguenti agevolazioni tariffarie.
“Il Tic era un disastro annunciato – raccontano Francesco Emilio Borrelli consigliere regionale di Davvero Verdi e il capogruppo del Sole che Ride al Comune di Pozzuoli Paolo Tozzi che hanno sostenuto e partecipato alle proteste e flash mob dei mesi scorsi dei pendolari contro le nuove tariffe – fortemente voluto dall’assessore Vetrella che secondo noi per motivi politici ha smantellato Unico e ha cercato di scaricare ad altri le responsabilità dei suoi disastri aumentando a nostro avviso senza criterio le tariffe e scaricando i disservizi sulla pelle degli utenti.
Gli aumenti sono stati discriminatori perchè hanno limitano fortemente il diritto alla mobilità sopratutto in provincia e incentivano a gli evasori. Secondo noi l’unica soluzione per arginare i costi esorbitanti rispetto ai servizi scadenti è quello di tornare alle tariffe del 2010 e al sistema integrato del pre Vetrella”.