Pomigliano d’Arco: arriva il progetto per rilanciare la storia della città

pomigliano sincretismo foriaPomigliano d’Arco è da sempre stato un centro di importanza strategica ed all’avanguardia, già dalla sua fondazione. La leggenda narra, infatti, della fondazione di Pomigliano all’epoca in cui trovava a passarsi per queste terre Pompeo Magno, valoroso condottiero romano.

Le truppe erano stremate e senza forza. Apparve improvviso in sogno, al soldato, Santo Antonio Abate che indicò un luogo preciso ove avrebbe dovuto scavare rinvenendo un tesoro. Così fu e il tesoro ritrovato fu talmente ricco che rinfrancò le truppe e rese possibile la fondazione di una città “Pompilianum”, nome con cui ancora tutt’ora nel dialetto pomiglianese si indica il luogo. Leggenda a parte, il primo documento storico ove viene citata la città risale alla Seconda Guerra Punica.

L’episodio ci è riferito da Cicerone , il giurista Labeone doveva sanare un conflitto per la rivendicazione tra Napoli e Nola del territorio ove ora sorge Pomigliano. Con atto palesemente iniquo, il giurista romano attribuì la terra alla res publica romanorum. Tale territorio prese il nome di Campo Romano, fu diviso tra Marili (da cui Marigliano), Fabi, Prosi, Pacci (da cui Paciano) Licini (da cui Licignano) e Pomili (da cui, ovviamente, Pomigliano). Erronea risulta a tal proposito la raffigurazione dei Pomi nello stemma araldico cittadino, in quanto ben lontano e non associabile alla “terra nostra” e postumo.

All’inizio Pomigliano era un insediamento di poche case barbaramente costruite e senza un centro stabile di riferimento. Ciò emerge da un documento del 912 che descrive l’incuria dei terreni, abbandonati a seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Fu intorno al 1073 che fu edificata la Chiesa di San Felice, attorno a cui si raccolse la primitiva cittadina. Essa sorgeva in un punto strategico, all’incrocio di tre strade: la via Sommese che arrivava a Somma, quella di San Paolino Appia (attuale via Nazionale delle Puglie), l’altra che conduceva ad Acerra.

Fuori le mura che cingevano il piccolo borgo, e che erano visibili sino agli inizi del XIX secolo, sorse un’altra Chiesa, quella del Carmine, con altro borgo e che avrebbe ospitato i padri greci di San Bartolomeo, nonché che svolgevano anche funzioni di didatti primari. Vi era poi un terzo nucleo abitativo fondato dai coloni Pacci, l’attuale Paciano.

Con l’arrivo dei Normanni, Pomigliano seguì le sorti degli altri territori limitrofi, il feudatario, col titolo di Barone, era una sorta di piccolo Re che nominava ulteriori vassalli e che aveva un compito di vigilanza sull’operato della Università (l’attuale Municipio) e di nomina del sindaco e del parroco e del padre rettore.
Ed a Pomigliano diversi sono gli episodi storici accaduti che, sebbene all’apparenza marginali, hanno di fatto avuto un peso strategico per la storia non solo locale e che sono emblema ed exemplum della tempra degli abitanti le terre pomilie.
Agli inizi del 1400 un tal Sforza ebbe tra i suoi feudi anche Pomigliano, questi era un capitano di ventura da ricordare per un clamoroso gesto, nel 1423 corse a liberare la regina Giovanna II rinchiusa da Alfonso d’Aragona nel Castel Capuano.
Altro evento importante è quello che vede protagonisti i Francesi. Nel 1799, in Gennaio, le truppe dei Giacobini erano dirette verso Napoli e incontrarono la resistenza dei nostri paesani che, al grido: ”Viva il Re”, si ribellarono all’avanzata straniera. Di tutta risposta i Giacobini rasero al suolo Pomigliano e vi fu un eccidio terribile di sudditi.

Dopo l’istituzione del polo di fabbriche ad opera di Mussolini e la edificazione di diverse palazzine, l’urbe pomilia mutò di passo in passo, spostando il proprio centro. Sede di un aeroporto militare, successivamente di un essenziale polo industriale aero-automobilistico.
La città muta, negli anni divenendo sempre più un centro “avanti” rispetto a quelli dell’hinterland locale ed adiacente, con costruzioni e progetti che, fino agli anni 70 ne hanno trasformato la strutture e dal 1995 al 2015 lo hanno reso ancora maggiormente vivibile per giovani e non, creando centri di interesse ricreativo, culturale -come il caffè letterario “Distilleria Feltrinelli Point”, le due biblioteche- sociale e via di seguito, nonché spazi verdi -come il “Parco Giovanni Paolo II” o il “Parco delle Acque”-.
Ma vivere il presente non significa dimenticarsi del passato, proprio al fine di dare un futuro alla cittadina. Cittadina che non è solo un polo industriale, non è fatta solo delle sacrosante lotte di operai cassintegrati, rivendicazioni sindacali, lavoro in fabbrica. Pomigliano è divenuta grande grazie a questo e si spera che resti un centro di conquiste socio-giuridiche per i lavoratori, come è stato negli anni 70 ed 80.
Ma Pomigliano è anche passato, e questo sembra averlo intuito Federico Foria, giovanissimo ingegnere edile locale, fresco di laurea magistrale.
Nato e cresciuto con la passione della musica oltre che con quella dell’informatica, sul finire dell’estate 2014, dopo aver avuto un discreto successo con un remake su Youtube, incide nel giro di un mese il suo primo Ep “An Electronic Shere” -facente parte del progetto “An Electronic Hero”- composto di 5 brani che trascinano l’ascoltatore in atmosfere in bilico tra il metafisico ed il surreale, con sonorità sideree, miscelando sapientemente la musica elettronica, l’ house, l’ambient ed il progressive rock.

E da buon musicista sta portando avanti anche diversi progetti non musicali che hanno alla base il sincretismo, rendendo recente l’antico e viceversa, oppure lontano e sbiadito il presente onirico delle sue creazioni.
In quest’ottica si pone in primo luogo il progetto “Pomigliano d’Ark” una pagina Facebook, in cui si diverte a realizzare pupazzetti raffiguranti personaggi del passato e del presente che hanno dato lustro alla cittadina o che sono ad essa, in essa e fuori d’essa noti per le loro caratteristiche uniche e peculiari. Nata come satira politica durante le scorse comunali, ha ormai un raggio d’azione più esteso.

Tra le figure rappresentate, la verseggiatrice di fama locale Tina Piccolo, l’attuale sindaco Raffaele Russo, detto Lello, i suoi ex avversari elettorali Michele Caiazzo e Dario De Falco, lo storico e quasi “internazionale” venditore di fritture “‘O Ricciulillo”, il macellaio e gestore del pub che ha come specialità la carne Chianina “Giggione”, i calciatori Vincenzo Montella e Salvatore Di Natale, l’attrice di fiction Raffaella Rea, Michele dello storico gruppo operai “Zezi”, alcuni affettuosi personaggi cittadini come “Tore ‘o Pazz” e “Pascal ‘o Pazz”, ma anche personaggi storici, l’ex Presidente della Repubblica Giovanni Leone, lo scienziato, filosofo, ingegnere, teologo e abate Felice Toscano, lo storico Salvatore Cantone, il grande politico e scrittore Vittorio Imbriani e via discorrendo.
E l’ultimo progetto ha del fenomenale: la rivalutazione delle zone periferiche, in particolare della zona “Masserie”.
“Il progresso tecnologico e creativo della musica elettronica si scontra con l’antichità delle masserie, la passione che apre le porte e la realtà che circoscrive il mondo.” afferma il Foria, aggiungendo “ abbiamo scelto, avvalendoci del giovane ma preparatissimo e artisticamente valente fotografo Fabio Fico, classe ’97, di rappresentare la casa Casa Panico-Cavaliere in Masseria Guadagni, le masserie meritano più attenzione mediatica perché le istituzioni se ne possano accorgere. La loro urbanistica spontanea ha creato e crea tutt’ora problemi soprattutto nel collegamento dei servizi, ma sono luoghi che fanno parte della nostra storia e come tali vanno preservati e rivalutati, non abbattuti.”

E ciò a dimostrazione che trovare le location giuste non occorre spostarsi più di tanto ma come tiene a sottolineare il giovane ingegnere “spesso quello che cerchiamo è sotto il nostro naso e non ce ne rendiamo conto. Ogni città italiana e in particolare partenopea è dotata di un patrimonio storico-architettonico invidiabile. A volte bisogna solo cercare nei posti giusti o addentrarsi in una strada sconosciuta per imbattersi in location incredibili.”

Giovanni Di Rubba

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