Scarcerato dopo 12 anni, torna il boss Lo Russo di Secondigliano

rione sanitàDa qualche giorno, il boss Carlo Lo Russo, è stato avvistato nel rione Sanità. Scarcerato dopo dodici anni, Lo Russo, cugino dell’altro boss Antonio Lo Russo, è uno dei presunti vertici di un sodalizio criminale che fa da cerniera tra affari illeciti nel centro storico e clan di Secondigliano.

I dodici anni ininterrotti di galera sono stati caratterizzati da regime di carcere duro,gli ultimi due anni sono stati trascorsi in isolamento, per aver ingaggiato un litigio con un agente di polizia penitenziaria nel carcere in cui è stato detenuto.

Scarcerazione che non nasce da un black out del sistema giudiziario napoletano, ma dalla conclusione delle condanne per droga incassate in questi anni. Niente decorrenza termini, né intoppi processuali, qui il ritorno a casa è provocato dalla conclusione della pena inflitta anni fa in via definitiva. Era stato ritenuto responsabile di ingenti traffici di droga, in contatto con il clan Vollaro, cosca quest’ultima radicata a Portici e dedita prima al contrabbando di sigarette poi, dall’inizio degli anni Novanta, ai traffici di droga.

Carlo Lo Russo vive tra Miano e Capodimonte, in una zona che ormai da anni ospita la famiglia dei cosiddetti «capitoni».

Inafferrabili per definizione, i Lo Russo, tanto che in questo periodo la loro zona è al centro di un rigoroso pressing investigativo. Droga, falso, riciclaggio, scommesse clandestine, ma anche racket del calcestruzzo e pressioni sugli uffici comunali per ottenere licenze di condono edilizio: eccolo il core business del clan Lo Russo, cresciuto in questi anni con solide ramificazioni anche nel centro storico.

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