L’inizio della decima legislatura in Consiglio regionale della Campania è segnato da una vera e propria rivoluzione che riguarderà i comandati, ossia il personale di altri enti pubblici assegnati agli uffici dei consiglieri regionali. Sono in arrivo tempi duri, anzi durissimi, per i comandati dell’assemblea regionale: una delibera approvata dal precedente ufficio di presidenza ha tagliato drasticamente il numero del personale esterno.
Il comando resta comunque ma diventa un privilegio, riservato, esclusivamente, per il presidente dell’assemblea regionale Rosetta DAmelio (7 unità ), l’ufficio di presidenza ( 2/3 unità), i presidenti delle commissioni ordinarie e speciali ( 2/3 unità ) e al capo dell’opposizione Stefano Caldoro (4 unità). Solo loro avranno la possibilità di assumere, oltre agli staffisti esterni, personale di altre amministrazioni pubbliche ( Eav, Asi, Asl, Comuni, Gori) senza gravare sui fondi dei gruppi, ma chiedendone il rimborso all’ente di appartenenza. Un sistema per accontentare amici e trombati delle ultime elezioni regionali che serve ad ingolfare la macchina comunale.
Ora, è arrivato lo stop per i consiglieri regionali cui è assegnato un budget annuale di circa 58mila euro da cui attingere i soldi per pagare personale esterno e comandati. Nello specifico viene meno la distinzione ( solo per i consiglieri regionali) tra comandati e collaboratori esterni. La figura viene equiparata e graverà sul budget unico ( 58mila euro) assegnati al consigliere regionale. Un norma che limita di molto la capacità di azione dei gruppi in Consiglio regionale e che sta creando non pochi malumori tra gli aspiranti comandati. Per un semplice motivo, la linea seguita in queste ore dai consiglieri regionali è di assumere solo collaboratori esterni e non concedere il privilegio a chi un posto di lavoro lo possiede già. Linea giusta che, però, non evita mal di pancia e minacce di proteste.