La scarica elettrica è stata potentissima. E siccome ha avuto conseguenze importanti per sugli apparato tecnologici della Basilica, i pompeiani hanno fantasticato sul “significato divino” che questo “segno” potrebbe avere questo per la città. Il fulmine sul campanile ha riportato alla mente la suggestiva foto della scarica elettrica che cadde sulla basilica del Vaticano subito dopo l’elezione al soglio papale di Jorge Bergoglio, l’attuale Papa Francesco.
A Pompei il fulmine ha mandato in tilt, distruggendoli, i dispositivi elettronici degli ascensori, quelli delle telecamere di videosorveglianza, della rete telefonica della Basilica e il dispositivo che regola il suono delle campane. Tutte le apparecchiature sono state già riparate. Tranne quello che fa suonare le campane. E qualcuno si è chiesto se il ritardo della riparazione delle campane non sia dovuto al altro. Se quei potenti rintocchi non infastidissero qualcuno.
Nulla di tutto questo. ”Attualmente – spiegano dal Santuario – è possibile solo far suonare le campane singolarmente, perché la scheda elettronica che ha subito il guasto fa parte dell’impianto che permette a più campane di suonare insieme, creando le melodie che normalmente animano la preghiera quotidiana della Basilica e la vita della città”. Si tratterebbe – secondo quanto si apprende – di una scheda elettronica difficile da reperire ed anche molto costosa.
Nessuno sa prevedere quando le campane della Basilica di Pompei torneranno a suonare. Nel frattempo, restano mute e immobili in cima al campanile che dal 1925 domina la piana vesuviana e gli Scavi archeologici più visitati d’Europa.