Conferma dall’autopsia, ad uccidere Crescenzo un grosso masso che ha colpito cranio e spina dorsale

ciclope carabinieri

L’esame autoptico sul corpo di Crescenzo Della Ragione, il giovane di Giugliano morto colpito da un grosso masso che non gli ha lasciato scampo, staccatosi dal costone roccioso che sovrasta la discoteche il Ciclope a Marina di Camerota.

Il tragico incidente mentre Crescenzo cercava rifugio, dall’inattesa pioggia estiva, proprio sotto la montagna che fa da suggestiva scenografia del noto locale cilentano. Nei giorni precedenti, si sospetta, le piogge intense avevano reso il costone roccioso ulteriormente friabile e avrebbero favorito lo sgretolamento dei massi che per un tragico destino sono precipitati proprio durante una affollata serata e hanno trovato sulla propria traettoria lo sfortunato 27enne.

Come confermato dall’autopsia, dunque, eseguita dal medico legale Adamo Maiese ieri pomeriggio, il giovane è morto per  lo sfondamento del cranio, la frattura della spina dorsale, e varie lacerazioni polmonari, causate appunto, come già annunciato dal medico attraverso l’esame esterno del corpo, da un masso di grosse dimensioni.

crescenzo della ragioneAll’ospedale San Luca, ad attendere il risultato dell’esame medico, ieri pomeriggio i familiari distrutti dal dolore che non può attenuarsi per la perdita del giovane, figlio unico. La madre di Crescenzo accompagnata dall’avvocato Domenico Lentini nonostante le parole del procuratore Grippo, degli avvocati e degli inquirenti sa che il figlio non potrà esserle restituito.

Le parole più dure quelle di don Gianni Citro, parroco di Marina di Camerota, che dopo essere già intervenuto subito dopo l’incidente, che parla di una famiglia distrutta di una famiglia che vorrebbe non fosse del tutto inutile la morte del proprio figlio e che chiedono alle istituzioni, con loro del tutto assenti, di corre ai ripari per i tanti figli che rischiano per una situazione pericolosa e chiedono che si faccia piena luce sulla vicenda. Don Gianni ha rincarato la dose: «La verità è che l’unica preoccupazione di taluni é allontanare le colpe, distrarre tutti dalle vere responsabilità e consentire il prosieguo indisturbato di certe attività. Lo show continua, annunciava il Ciclope dopo solo 24 ore dalla tragedia. Continua con la stessa pericolosa e famelica leggerezza di sempre. Da parte mia diffido uomini delle istituzioni indagati per omicidio dal prendere parte a manifestazioni religiose in forma ufficiale».

Indagati al momento, per omicidio colposo in concorso, il sindaco di Camerota, il proprietario della discoteca, Lello Sacco, e di due tecnici, Antonio Gravina, e Gennaro D’Addio. E’ questo però il momento delle dichiarazioni di serenità: il primo cittadino conferma la suo restare sereno, certo che le indagini confermeranno che l’ente da lui guidato e gli altri enti competenti, nonché il concessionario della discoteca hanno sempre fatto tutto quanto necessario per assicurare la massima agibilità del locale, cosa che avrebbe dovuto scongiurare il tragico incidente.

Anche per il procuratore capo c’è la certezza che tutto si chiarirà con il completamento del puzzle che gli inquirenti stanno componendo e che alla fine darà un quadro chiaro di tutta la vicenda.

Sulla vicenda il parlamentare Simone Valiante ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia per far chiarezza anche sulla gestione del locale e sulla scia della denuncia alla Corte dei Conti già effettuata  dai consiglieri comunali Pierpaolo Guzzo e Vincenzo Del Gaudio.

Indagini, difesa degli indagati e dolore che sembra cominciare a mischiarsi con una sorta di politica che anche in questo momento tenta, forse, una timida strumentalizzazione del tragico evento per le solite lotte interne per la tanto agognata “trasparenza”; tanto agognata e mai raggiunta da nessuno nonostante gli avvicendamenti dei tanti politici, oggi sconfitti e domani vincitori politici, alla guida della cosa pubblica.

L’’unica realtà purtroppo tangibile è la morte di Crescenzo, la cui salma, dopo l’autopsia, è stata restituita alla famiglia per tornare a Giugliano dove oggi si terranno i funerali. Ora non resta che sperare che si concretizzino anche le responsabilità di tutta questa straziante storia.

Ivan di Napoli

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