La voce di Renzo Arbore al Festival di Agerola

20150819_004514Grande successo e consenso del pubblico per lo spettacolo di Renzo Arbore, lo showman più amato d’Italia, che sul palco dell’arena S. Massimo della frazione Bomerano, nell’ambito del festival dell’alta costiera amalfitana “Sui sentieri degli dei” canta Napoli e i personaggi partenopei.
Accompagnato dall’orchestra italiana, il poliedrico e versatile artista foggiano riscalda la platea agerolese facendola ballare e cantare a ritmo dei capolavori della canzone classica napoletana antica per circa tre ore.

“Reginella” del maestro Libero Bovio in apertura e poi tanti altri brani della tradizione popolare della città del Vesuvio: “Voce ‘e notte”, struggente canto d’amore nato dalla penna di Edoardo Nicolardi; “Tammurriata nera” musicata dal compositore E. A. Mario, “Dove sta Zazà?” del paroliere Raffaele Cutolo, solo per citarne alcune.

Non potevano mancare i grandi della Napoli di un tempo, che il conduttore della storica trasmissione televisiva “Quelli della notte” celebra con le loro canzoni più famose: “Malafemmena” del principe Antonio De Curtis (Totò); “O sarracino” e “Chella ‘lla” di Renato Carosone, “Era de maggio” del poeta Salvatore Di Giacomo.

Canzoni ipernote come “Maruzzella” e testi meno conosciuti come “Silenzio cantatore” incantano i presenti, accorsi numerosi per assistere al vasto repertorio dei suoni e dei ritmi delle strade di Napoli.

Musica e parole si alternano sulla scena: il primo disc jockey italiano – altro suo primato – si diletta nel raccontare aneddoti divertenti e anche qualche barzelletta simpatica, “prendendo in giro” l’amico Luciano De Crescenzo, svelandone confidenze e piacevoli rimembranze del tempo passato assieme.

Arbore ironizza anche su sé stesso e sulla “età da vecchio rincoglionito”, come sarcasticamente si autodefinisce, ricordando momenti simpatici e allegri della sua lunga carriera artistica, ad esempio quando, in occasione di una sua esibizione al teatro Bellini di Napoli, all’entrata del botteghino campeggiava la scritta “Renzo Arbore è esaurito. Non insistere”.

L’omaggio a grandi del passato come Roberto Murolo e Domenico Modugno, maestri di quella “napoletanità” tanto cara a Renzo, che fa rivivere racconta alcuni episodi di esperienze condivise in cui emerge tutta l’ingenuità del chitarrista della città del Vesuvio.
Quartetto swing di mandolini, mandoloncelli e mandole, la straordinaria voce femminile di Barbara Buonaiuto che canta anche in cinese, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, la fisarmonica del maestro Pica e le percussioni del grande Peppe Sannino completano il quadro della band.

Tastiere, tamburi e tamburelli riportano in vita un passato che, come dice il maestro Arbore, “rappresenta un patrimonio culturale immateriale e inestimabile che va protetto perché tra 100 anni noi non ci saremo più ma questa tradizione musicale deve rimanere indelebile nel tempo”.
A conclusione della serata Arbore riceve il premio Agerola alla carriera per la sua attività di ambasciatore autentico nel mondo della musica partenopea che egli a partire dagli anno ’90 ha contribuito a divulgare e valorizzare, fondando una propria orchestra di ben 15 elementi.
Il sindaco di Agerola, prof. Luca Mascolo, nell’insignire l’artista del prestigioso riconoscimento ne sottolinea le straordinarie doti: «Renzo Arbore è l’icona della radio e della televisione di una volta, fatta non di commercialità ma di veri valori».

Si tratta del primo riconoscimento alla carriera ricevuto dall’artista pugliese: “Spero si tratti di un premio alla carriera futura e non passata” – commenta sarcastico Renzo. Nel finale, un pensiero ad Agerola, le sue bellezze paesaggistiche ed gastronomiche: «Confesso di essere rimasto incantato dallo splendore del paesaggio che si può ammirare dal belvedere dell’hotel dove alloggio. Una vista mozzafiato, davvero incredibile. Per non parlare delle specialità culinarie: Agerola delizia la vista, l’animo e…il palato”.

Saverio Falco

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