Mare inquinato in costiera, aperte due inchieste

costiera amalfitana sorrento sorrentoLa lunga scia di liquami nel mare di Ischia e Sorrento non ha lasciato solo mare di un colore indecifrabile e di un odore nauseabondo. No. Quanto accaduto a Ischia ed a Sorrento in questo scorcio d’estate ha lasciato, com’è naturale che fosse, anche strascichi di natura giudiziaria. Due le Procure a lavoro per capire cosa sia realmente accaduto sull’Isola Verde e in Costiera. Gli uffici inquirenti di Napoli e di Torre Annunziata hanno aperto un fascicolo, contro ignoti in questa fase, per capire perché si è arrivati ad un grave danno di natura ambientale in due luoghi di villeggiatura tra i più rinomati della nostra regione.

 

 

A Ischia, sono giorni che a Forio, e per l’esattezza a circa 500 metri dalla costa in prossimità della chiesa posta su punta del Soccorso, ad una profondità di 20 metri si è aperta una falla ad una delle sei condotte fognarie sottomarine. Acqua torbida e effluvi maleodoranti. Ci si è messa anche la corrente che ha portato sotto costa tutto. Sono seguiti esposti, il primo di un avvocato napoletano, corredato da video e foto fatti col telefonino, a seguito Legambiente ha scritto a tutti gli uffici competenti per denunciare quanto stava accadendo. Son passati tredici giorni e ieri si è mossa anche la Procura di Napoli. L’obiettivo dei pm napoletani è quello di capire perché si è verificata la falla e se ci sono delle responsabilità. Per il momento non è stato ipotizzato nessun reato e non ci sono persone indagate. È una fase molto embrionale, fanno sapere da Palazzo di giustizia, ma l’attenzione resta altissima su questo argomento: tanto è vero che su questo particolare versante, da quanto trapela, c’è un altro procedimento in corso.

 

 

A Sorrento, invece, la Procura competente per territorio, quella di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per capire cosa sia accaduto pochi giorni prima di Ferragosto a Sorrento, quando una vera e propria cascata di liquami si è riversata in acqua. Uno scarico favorito anche dalle violente piogge di quei giorni, quando per non far scoppiare le fogne è entrato in funzione il sistema chiamato del «troppo pieno» con cui acque chiare e acque fognarie si mescolano. Evento tanto grave che indusse ad emettere un provvedimento di divieto di balneazione che riguardava inizialmente un tratto di costa di 994 metri tra Sorrento e Massa Lubrense che seguì quelli per la spiaggia del Purgatorio a Meta, per la baia del Pecoriello a Sant’Agnello, per Marina Grande e Marina Piccola a Sorrento.

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