Gli interpreti sono Giorgia Toselli e Giandomenico Sali. E’ un classico del teatro norvegese, una tragedia che racconta di una madre, Helene, che non ha mai avvertito alcun sentimento per il marito, riversando il suo affetto sul figlio, Oswald, il quale considera il padre come una retta persona. La donna ha vissuto sempre un vita solitaria, lontano dall’amore di suo figlio accanto ad un uomo che odia.
Il dramma si apre con il rientro di Oswald nella sua casa, per cui molti problemi cominciano a turbare la loro vita, come la presenza del pastore Manders con il quale lo stesso Oswald ha un alterco sulla morale corrente borghese; al pastore Helene in seguito racconta la verità sul suo matrimonio e la buia vicenda della violenza del ciambellano su una serva, nasce poi una bambina, Regine, una donna rimasta sempre con Helene di cui si innamora Oswald. Da qui inizia la catarsi finale, in quanto il giovane scopre che Regine è sua sorella e per di più è ammalato di una forma di pazzia ereditata dal padre e le ultime scene vivono di uno scontro tra madre e figlio, il quale matura l’dea di un suicidio. Dicono le critiche che nel lavoro “si confondono gli elementi della tragedia greca con quelli del dramma borghese”.
Le scene finali che si avviano gverso il dramma e vedono una Helene che si ritrova sola ad accudire il figlio malato, mentre un diabolico falegname, osserva lo sprofondare degli altri. Il racconto scenico è un confronto tra due poli opposti, in cui cui prevale quello negativo ed i personaggi non intuiscono sbocchi positivi. Di tutto ciò il pubblico si renderà conto nell’atmosfera suggestiva del Chiostro di San Domenico.
Federico Orsini