Napoli, intervista a M’barka Ben Taleb: stasera si esibirà al Maschio Angioino

m'barkaBenedetto Croce descrisse Napoli, la sua città di adozione, raccontando di mescolanze e di contrasti, di esuberanza e teatralità tra i vicoli , nelle chiese e nei mercati, nei suoni e nelle voci dei venditori , raccontando l’incanto della vita negli anni di «feconda preparazione e semplice gaiezza» allorché a Santa Lucia, su lunghi banchi di legno protetti da lembi di vela, si mangiavano i frutti di mare e furoreggiava «Te voglio bene assaie, / e tu non pienze a me!…».

Stasera 31 agosto, nella splendida cornice del Cortile del Maschio Angioino alla canzone classica napoletana si mescolano suoni, ritmi e melodie dell’Africa. Quella “Inversa” di M’barka Ben Taleb. Che per l’evento “FemmeNa Mediterranea”con sinuosi saliscendi di note canta la poesia partenopea, e accompagna le altre donne dal cuore profondamente mediterraneo: Francesca Marini, Monica Sarnelli e Pietra Montecorvino

Ha i capelli ricci, M’barka Ben Taleb. Tantissimi. Gli occhi scuri e il sorriso del sole . E forme generose come le sue terre. È metafora stessa della sua città, Tunisi. Fatta di eccessi e contraddizioni. Proprio come Napoli.

“Napoli è tutto” Mi racconta di sé naturalmente. Senza esitazioni. “ Napoli è il luogo in cui vivo, e che mi ha accolto, 28 anni fa. Napoli, con la sua cultura e l’ arte, è la città che ha fatto conoscere l’Italia in tutto il mondo. Questa città indubbiamente mi ricorda Tunisi, il mare , i colori, il caos, l’allegria della gente. La tolleranza e l’accoglienza”.

Le chiedo perché l’Africa, che stasera ci porta nel castello simbolo della città, è quella Inversa. Inversa Africa. Così si chiama il suo progetto.
“Inversa perché ho interpretato la musica Napoletana, portandola nella mia terra, per fare in modo che il mio popolo potesse conoscere capolavori come “O sole mio” o “Indifferentemente” , e godere appieno le emozioni trasmesse dagli stessi testi. Al contempo, cantandole qui in Europa, le contamino dei ritmi e dei colori tipici della mia terra (oltre che la lingua).

E a dire il vero, non si può restare indifferenti di fronte al talento di M’barka. Sembra quasi che il suo viaggio da una sponda all’altra del Mediterraneo, abbia contribuito a raffinare il suo orecchio musicale. Basta ascoltarla in Dicitencello Vuje. Sentirtela cantare dà i brividi. È una poesia. La forza dell’amore. Sono vibrazioni. Quelle che lei dice “sono gli echi delle mie terre lontane”.

Donna, cantante, attrice, e danzatrice. La incontri e pensi che il Mediterraneo è un mood. E’ un modo d’essere. E’ un pensiero dell’anima. E’ libertà. E’ il vento a mare.

In questi giorni di dolore, però il nostro mare grida morte e disperazione.
Le domando come farà sentire la tua voce.

Cosa canterai per questa guerra? Quali sono le tue parole?
“Come artista, come donna, come essere umano ho la morte nel cuore. E non solo oggi. Non solo adesso. Ho sempre ritenuto che il mare, il Mediterraneo, fosse la nostra unione e la nostra ricchezza. Oltre a rappresentare la forza della libertà. Nel mio piccolo, ho sempre cercato di comunicare al mondo accoglienza ed uguaglianza. E nella mia terra ho cercato di spiegare che la vita è difficile in ogni luogo. Lo dico anche nelle mie canzoni: Evitiamo le barriere, noi tutti siamo cittadini del mondo.”

Nel Maschio, tu ed altre tre donne. A cantare come sirene, nella città della sirena Partenope.
Qual è la forza delle donne e qual è il loro ruolo secondo te in questo Sud che tutti vogliono ammazzare?
“Le Donne? Sono ogni cosa. La famiglia è donna. La sofferenza è donna. La forza è donna. La vita è donna. Bisogna solo che ce ne sia convinzione e consapevolezza. Poi è necessario combattere, impegnarsi, nel sociale e perché no in politica.
Fare. Fare. Fare.”

Qual è la tua prossima esibizione?
“Il 4 settembre 2015 ad Aiello del Sabato (Av) al “Fiano Music Festival” . Alle ore 21.00 con “ Meditamburi “ . È uno spettacolo che nasce dall’incontro di quattro percussionisti provenienti da formazioni musicali diverse, ma uniti dalla voglia ed il piacere di esprimersi attraverso un unico comune denominatore: il tamburo ed una darbuka e voce. Quella sono io”.

E mi dà qualche piccola anticipazione.
“Abbiamo inciso anche un disco insieme che verrà presentato prossimamente!”
Fondi musiche, lingue, e tradizioni. M’barka è trasversalmente sensuale.
È un viaggio nei sensi e di suoni. Dopo Passion Tour e Inversa Africa, le chiedo quale sarà la prossima tappa dove ci condurrà?

“Il nuovo progetto si chiama “Passione d’ Amore” . Parla di trasformazione. Prende spunto da un favoloso libro di Hesse . Favola d’Amore, il cui protagonista, Pictor, ci mostra una trasformazione infinita. Per non morire. Perenne trasformazione. Perché la musica non muoia. E poi ancora tante idee per il tempo a venire!”
E lei forse neanche lo sa. Con la sua voce è come Pictor; penetra il cuore battente del mondo, ed il mondo diventa colore.

Ornella Scannapieco

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