Il Gazzettino vesuviano | IGV

Duemila anni fa così si giocava nelle bettole di Pompei

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Pedine di gioco e un flauto in legno: sono alcuni dei ritrovamenti fatti dagli studiosi nell’ambito del progetto “Indagare l’archeologia della morte a Pompei: la necropoli e i fuggiaschi di Porta Nola”. Gli studiosi hanno infatti ritrovato numerosi frammenti di vetro colorato del tipo detto “romano”, di età Flavia, tra cui i resti di un unguentario, una parte di flauto in legno e delle pedine da gioco.

Queste ultime, in pasta vitrea colorata, sono tredici. In antico erano usate per fare interminabili partite sulla”tabula lusoria”,una tavoletta di legno o di ceramica grezza su cui erano tracciati dei segni incrociati in modo da formare delle caselle. In ogni casella andava una delle pedine del giocatore. In genere erano due i partecipanti al gioco.

Che a Pompei, nelle bettole cittadine, era molto diffuso tra i perditempo e i crapuloni. E si poteva giocare a “quadrato” a”ludus ternilapilli”, molto simile al nostro tris o filetto, oppure proprio a “filetto”. Tanto i vetri colorati quanto le pedine sono state ritrovate all’interno della tomba di Obellio Firmo.

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