La Campania può diventare, alla stregua di alte regioni, una fucina di talenti, non per forza costretti ad emigrare, a scappare. Dalla politica alla scuola, noi sosteniamo una cultura del fare, del creare imprese intercettando i bisogni e proponendo servizi. Tante le esperienze di imprese nascenti nelle nostre reti, tante quelle di workers byout, ovvero di dipendenti che sono diventati imprenditori cooperativi. Sappiamo di sostenere un processo complesso, ancora non completamente sentito nei nostri territori, a differenza che in Trentino o in Emilia Romagna, dove la cooperazione si insegna.
Ma, la verità, è che è in corso una trasformazione globale e la cooperazione vera, quella che non delocalizza e crea lavoro sui territori, può costituire la risposta a questo pessimismo. Trasporti, ambiente, servizi alla prima infanzia e agli anziani sono solo alcuni dei campi su cui investire. In cooperativa è più semplice. Noi ci siamo anche per questo”.
Così Maria Patrizia Stasi, presidente di Confcooperative Campania, a proposito dei dati diffusi dal Censis, che ha presentato un dossier sullo sviluppo locale e sul futuro dei territori italiani.