Fine mandato di de Magistris a Napoli: i conti non tornano. Al giro di boa finale sono tante le accuse mosse al sindaco di Napoli in merito ad un atteggiamento lassista tenuto nei confronti della città con particolare riferimento alla periferia.
Chi vive certe realtà è testimone quotidiano di violenza, criminalità organizzata, collusione tra cattiva politica e camorra, evasione scolastica e dispersione sociale. I giovani figli di Napoli vanno sempre più alla deriva nel disperato tentativo di inseguire falsi modelli e ciniche icone di un benessere figlio della prevaricazione violenta e non della meritocrazia. Vana e fiacca è apparsa da subito l’azione di de Magistris che avrebbe dovuto calarsi a fondo nelle criticità di un territorio che agonizza sotto il profilo sia economico che sociale da anni.
Che senso ha decantare le indiscusse beltà artistiche e storiche di Partenope quando all’imbrunire (e non solo) l’intero centro storico si trasforma in far west con nuove leve criminali decise ad accaparrarsi il controllo degli affari illeciti in città a suon di morti ammazzati. Non si contano le aggressioni subite dai turisti che scelgono quale meta per le proprie vacanze la capitale del mediterraneo.
Lo Stato, come sempre, crede di osteggiare tale fenomeno inviando ulteriori unità di polizia in supporto a quelle già presenti in loco. Nulla di più sbagliato: parlano i fatti. Senza un’adeguata campagna di prevenzione nelle scuole, nei vicoli e nelle associazioni di giovani, senza occupazione, senza servizi sociali è impensabile solo pensare di vincere il malaffare aumentando il numero di uniformi a Napoli.
Ecco perché si ha tristemente l’impressione che tutto si faccia perché nulla muti. Questa drammatica realtà è troppo amara per essere passivamente contemplata da chi in questa città ci è nato e cresciuto nella vana attesa di una “ciorta” che non arriva mai.
Alfonso Maria Liguori