Grande successo per Tullio De Piscopo e James Senese ospiti del Pomigliano Jazz

pomi jazz senese de piscopoUn successo strepitoso per la tappa del Pomigliano Jazz Festival di sabato 12 settembre. Una miriade di gente da tutta l’hinterland napoletana e non solo è confluita presso il Parco delle Acque di Pomigliano d’Arco.

Gli ospiti erano di tutto rispetto, due grandi nomi della musica napoletana ed italiana, James Senese con l’Orchestra Napoletana di Jazz e Tullio De Piscopo con la sua formazione. Un vero e proprio tripudio di suoni e di sfumature magiche, tra folk e jazz passando per il blues, non disdegnando overture d’avanguardia.

Senese ha aperto le danze degli animi dei fruitori accompagnato dall’Orchestra Napoletana di Jazz, composta per lo più da giovani ingamba e talentuosi, vere e proprie promesse della musica. Una deliziosa miscela di sonorità nostrane, ritmi pseudo-tribali e americanismi.

Diretti da Mario Raja su arrangiamenti di Matteo Franza, Antonello Sorrentino, Mauro Seraponte; alla tromba, Alessandro Tedesco,al trombone Roberto Schiano al trombone, Annibale Guarino, Marco Zurzolo al sax contralto, Enzo Nini, Marco Spedaliere al sax tenore, Nicola Rando sax baritono, Enzo Amazio alla chitarra, Mario Nappi al pianoforte, Corrado Cirillo al contrabbasso e Giuseppe La Pusata alla batteria.

La serata è continuata con un altro big, padrone e maestro incontrastato ed indiscusso in Italia delle percussioni: Tullio De Piscopo con sonorità sue personalissime e virtuosismi ritmici estasianti, quelli che conosciamo dei suoi anni ’70, quelli che si reinventano, tutti nuovi e modernissimi. Ad accompagnare le percussioni del De Piscopo la chitarra e breathguitar di Antonio Onorato, Joe Amoruso piano al, Dario Deidda al basso e contrabbasso e Luigi Di Nunzio al sax alto.

Non è mancatol’omaggio a Pino Daniele, che senz’altro avrebbe meritato di essere assiso accanto ai due grandi, e di cui non si è potuta non avvertire l’assenza, una assenza che ha fatto parlare la sua musica ma che ha strutto di commozione quando è mancata la sua voce dalla flebile possenza. C’è blues, pop, jazz e la magica complicità che si instaura tra chi si conosce da sempre e del pubblico, che sempre si riconosce quando il ritmo incalza.

Giovanni Di Rubba

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