La FFC è un’organizzazione che nacque nel 2003 come promotrice della Kick Boxing; nel 2013 inserì le MMA nei suoi circuiti di combattimento.
Sabato 19 Settembre 2015 la FFC ha organizzato un evento “FFC 19” con la partecipazione di Alessio Sakara ormai promotore indiscusso delle MMA in Italia. Nello stesso circuito FFC durante l’evento “FFC 16” in Austria, Sakara ebbe un brutto incidente al braccio che gli portò lo stop nel corso dell’incontro con Maciej Browarski . Per Sakara l’evento doveva essere come un incontro facile che gli avrebbe consentito di testare la completa guarigione del braccio.
La maggior parte del pubblico, tuttavia, non si sarebbe mai aspettato uno spettacolo del genere. Suo avversario, il libanese Dib Akil.
Dopo i primi momenti di studio Akil sembra portare dei calci a vuoto , poi tenta qualche colpo disperato cercando scambi di pugni e ciò permette a Sakara di chiuderlo e proiettarlo a terra e dopo qualche passaggio di posizioni e di colpi Sakara passa in posizione di Mount sopra l’avversario. Mentre si stava apprestando a colpirlo Akil batte la mano sul ring in segno di resa e tutto finisce nello stupore ed inconsapevolezza del pubblico e dello stesso Sakara profondamente deluso.
Non si comprende come un Fighter come Akil consapevole di dover affrontare un fighter come Sakara , si sia presentato allo scontro dopo aver avuto problemi alla mano. Si sospetta addirittura una rottura viste le foto sui suoi post su Facebook risalenti a dieci giorni prima del Match. Anche se la FFC è un’ organizzazione minore, non del calibro dell’ UFC ci si chiede ancora come sia stato permessa la partecipazione all’incontro di un atleta debilitato.
Mi sorge spontanea una domanda: La FFC era a conoscenza dell’infortunio? Sakara era consapevole dello stato di debilitazione del suo avversario?
Il Campione Sakara in un suo Post sulla Pagina Ufficiale di Facebook dice:
“Ciao ragazzi , volevo come sempre ringraziarvi e unirvi tutti in unico abbraccio per il supporto datomi. Per questo match mi ero preparato al massimo per sostenere I tre round ad altissima intensità, il mio unico scopo era quello di testare la mia macchina biologica ( corpo e testa) perchè di quello si tratta. Di fronte a me non avevo solo l’avversario ma anche il mio intero apparato biologico tutto da verificare. Mi sarebbe piaciuto rimanere sul quadrato molto di più. In un tentativo masochistico ho anche deciso di prendere dei colpi e perchè no di verificare la mia tenuta senza entrare nella bagarre. Dagli spogliatoi avevo deciso di mostrare di essere un lottatore completo portando a terra il mio avversario. Anche in quel caso non ho accellerato proprio per godere più a lungo il mio ritorno sul ring.
Il resto purtroppo è cronaca. In molti sui social accusano il mio avversario di aver abbandonato senza motivo. Io , pero, da fighter e da persona che ha subito infortuni non ho motivo di pensare questo. Gli infortuni in questo sport ci sono e ne fanno parte in egual misura di un paradenti o di una conchiglia.
Onore quindi a chi sale li sopra, che vinca o che perda.
Chissà che la soluzione breve di questo incontro non mi dia la possibilità di prepararmi per un altro match a breve termine. Non tutti I mali vengono per nuocere. Non vi deluderò cosi come non mi avete mai deluso voi seguendomi. Vi ringrazio ancora amici miei e consideriamolo un punto di partenza.
Stiamo scalando una montagna tutti insieme consapevoli che in cima l’ossigeno è poco, ma tutti uniti riusciremo a respirare a pieni polmoni.
Alessio
P.S.
E comunque : La differenza tra un combattente e una persona che combatte. Il primo ha la guerra nel sangue, il secondo solo in testa..”
Una profonda amarezza e delusione è tutto quello che ci lascia questo incontro, attenderemo notizie ufficiali per capirne di più sui retroscena.
Ernesto Tarchi