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Giancarlo torna alla guida per le strade di Torre Annunziata

Guidati e pronti a seguire una strada segnata passo dopo passo, eco di una voce che non può più parlare ma che si continua a sentire. Così i giovani Torresi si sono messi in marcia lo scorso lunedì 21 settembre, giornata che li ha visti protagonisti per le strade della loro città al seguito della Mehari verde di Giancarlo Siani.

In occasione del trentennale della prematura morte del giovane cronista napoletano, la Citroën Mehari, verde speranza, ha ripercorso le strade di quella stessa città che tanti anni prima lo aveva ucciso. L’iniziativa, resa possibile grazie al contributo della fondazione Pol.i.s. (il cui presidente è Paolo Siani, fratello di Giancarlo) ha coinvolto tutte le scuole e gli studenti di Torre Annunziata.

Già sabato 19 settembre la Mehari era arrivata al Liceo Pitagora – B. Croce, accolta dagli studenti sulle note di “Ogni volta” di Vasco Rossi, la stessa canzone che nel film Fortapàsc fa da sottofondo alla tragica scena dell’uccisione di Siani. Lunedì quella stessa auto ha aperto il corteo per le strade di Torre Annunziata, dopo un rapido incontro nell’aula magna del liceo, dove, dinanzi ad una rappresentanza di studenti, sono intervenuti alcuni rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Il vice questore Vincenzo Gioia, il maggiore dei carabinieri Michele De Riggi e il procuratore Armando D’Alterio, rispondendo alle domande dei ragazzi, hanno ricordato a tutti che solo grazie alla fiducia, al sostegno e alla collaborazione di tutta la società civile (e dei giovani in particolare) si potrà, insieme, distruggere la camorra.

Poi, nell’eccitazione generale per l’evento tanto atteso, dal Liceo Pitagora- B. Croce è partito il corteo che è passato anche davanti all’ormai sgomberato Palazzo Fienga per giungere fino a Piazza Imbriani da dove poi l’auto, sola, è ripartita verso Rovigliano. Al corteo si sono aggiunti le altre scuole torresi, perché la città dei giovani è qui, dai più piccoli delle elementari a qualche universitario che non se l’è sentita di mancare.

La Mehari apre la marcia. Sembra quasi che sia tornato Giancarlo a guidarla, lì in testa, a fare strada. Giovane tra i giovani, aveva incontrato la morte a soli ventisei anni; allenatore di pallavolo, vicino agli studenti, conosceva i ragazzi; d’altronde era egli stesso uno di loro. Ora sembra che quegli stessi ragazzi abbiano deciso finalmente di seguirlo, di prenderlo come proprio modello, come simbolo. Quale simbolo migliore se non uno di loro?

Ecco che Giancarlo Siani diventa un esempio vero, vivo.  Ecco che la marcia diventa l’occasione perfetta per dimostrare che stavolta si vuole seguire chi ha agito nel bene senza fare nulla di speciale se non il proprio dovere. Senza sforzarsi più di quanto la stessa passione non consenta.

Così Giancarlo diventa un modello più vicino, sempre più facile da imitare. Da eroe imbalsamato a semplice ragazzo che vive nel giusto. Non si tratta di sminuire il suo gesto, ma semplicemente di considerarlo come tale e dunque possibile per tutti. È un appello, una scossa alle coscienze. Stavolta la risposta è grande. Migliaia sono le voci che si uniscono al coro diretto da Giancarlo e la voce della camorra non può che rimanere un sordo lamento.

Alfredo Marco Gargiulo

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Giancarlo Siani, e poi arriviamo noi…

 

Torre Annunziata scende in piazza per Giancarlo Siani

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